La digitalizzazione dei servizi sanitari italiani fatica a entrare nelle abitudini dei cittadini, con un mancato risparmio per il sistema superiore ai 5 miliardi di euro l’anno legato ai “costi nascosti. Lo evidenziano i dati dell’undicesimo rapporto dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano. Dopo la contrazione del 2016, il 2017 ha visto una lieve crescita della spesa per la Sanità Digitale, che tocca 1,3 miliardi di euro (pari all’1,1% della spesa sanitaria pubblica, 21 euro per abitante), con una crescita del 2% rispetto all’anno precedente.
Dal report emerge che nel 2017 solo due persone su dieci sono ricorse al web e alle app per accedere a informazioni e prestazioni. In particolare: la stragrande maggioranza preferisce accedere di persona al consulto medico (86%), pagare brevi manu le prestazioni (83%) e ritirare i referti (80%); solo il 15% comunica con il medico via email, il 13% con sms e il 12% via whatsapp.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net), presentata a Milano al convegno “Sanità e digitale: uno spazio per innovare”. La quota principale degli investimenti per la Sanità Digitale è stata sostenuta dalle strutture sanitarie, con un budget di 890 milioni di euro (+2% sul 2016), seguite dalle Regioni (320 milioni, +3%), dai 47mila Medici di Medicina Generale (72,9 milioni di euro, in leggera crescita con una media di 1.551 euro) e dal Ministero della Salute (16,7 milioni di euro, stabile).
Tra i principali ambiti di innovazione, i budget più significativi vanno alla Cartella Clinica Elettronica (47 milioni di euro), ai sistemi di front-end (45 milioni) e al disaster recovery (31 milioni). La Cartella Clinica Elettronica è anche l’ambito più rilevante per il raggiungimento degli obiettivi strategici, indicato dal 72% delle Direzioni Strategiche, seguito dai servizi digitali ai cittadini (59%) e dalla gestione documentale e conservazione a norma (55%). Cresce la spesa per la Telemedicina (24 milioni di euro), ma la diffusione rimane stabile e solo il 38% dei Direttori la considera rilevante.
Va decisamente meglio con i medici: il 77% degli specialisti e l’83% dei medici di famiglia usa l’email, mentre una quota rispettiva del 52% e del 63% ricorre whatsapp per scambiare dati, immagini e informazioni Intanto, con 1,3 miliardi di euro investititi, sale leggermente la spesa nel settore (+2% nel 2017 rispetto al 2016). Cifra che si traduce nell’1,1% della spesa sanitaria pubblica e in 21 euro per abitante. Una buona notizia che tuttavia non rassicura gli esperti. Spiega Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio: “Esiste un forte divario tra le risorse le risorse investite in salute pubblica e i bisogni crescenti dei cittadini. Ciò implica un ripensamento del Ssn che non potrà fare a meno dell’ innovazione digitale. Questa deve basarsi su tre pilastri: rinnovamento organizzativo tecnologico, empowerment dei cittadini, miglioramento delle competenze degli operatori medico-sanitari”.