Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro 2016/2018: questo il tema del seminario che Anci e Conferenza delle Regioni hanno organizzato a Roma ieri presso la sala conferenze dell’Anci. Nell’incontro sono state sottolineate le importanti novità inserite nella ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro firmata lo scorso 21 febbraio e che riguarda circa 467.000 pubblici dipendenti appartenenti al comparto Funzioni locali, che comprende regioni, enti locali, camere di commercio e altri enti territoriali.
Dal nuovo impianto contrattuale emerge, inoltre, l’importanza di ripensare gli strumenti di gestione dei rapporti di lavoro “al fine di favorire il sempre maggiore orientamento delle amministrazioni alla soddisfazione dei bisogni dei cittadini”. La Pubblica Amministrazione locale scommette sull’efficienza e la formazione attraverso la valorizzazione del patrimonio professionale presente negli enti. L’utilizzo di nuove tecnologie e innovazioni comporta una migliore operatività dei servizi in termini di qualità ed efficienza.
Marina Principe, segretario generale della Conferenza delle Regioni e direttore del Cinsedo (Centro interregionale studi e documentazione) ha sottolineato che “si tratta del terzo contratto, in ordine di tempo, dopo quasi dieci anni di blocco contrattuale. Per il mondo delle Regioni e dei Comuni è un momento molto importante. Importante perché segna una nuova fase nella contrattazione collettiva che finalmente riprende la sua spinta, se vogliamo anche innovatrice, dopo anni in cui l’unico leitmotiv è stato il contenimento della spesa di personale, i limiti e il blocco delle dinamiche retributive”.
Principe chiarisce come l’ordinamento del lavoro pubblico abbia subito una fase di profonda trasformazione, sottolineando anche i processi riformatori, a partire dalla Legge n. 56/2014, “che ha trasformato gli assetti territoriali con una modifica, anche, del sistema delle competenze. Una spinta innovatrice che occuperà il prossimo Governo anche per l’attuazione delle recenti intese raggiunte con le Regioni Emilia-Romagna Veneto e Lombardia sull’articolo 116 della Costituzione, il federalismo a geometria variabile”. Si chiede alla Pubblica Amministrazione di essere “sempre più efficiente e semplice, tale da non rappresentare un costo improduttivo per il sistema socio-economico del Paese, bensì uno strumento che favorisca la crescita e l’innovazione. E proprio su questi temi – evidenzia Principe – sta lavorando in questi giorni la Conferenza delle Regioni: è in via di definizione un documento complessivo da presentare al prossimo Governo relativo ad un “Patto per la crescita”.