Sono in fase di definizione le regole per il “concorsone” unico della Pubblica Amministrazione: la direttiva del ministro per la semplificazione e la PA Marianna Madia sarà infatti oggi sui tavoli della Conferenza Unificata (in programma questo pomeriggio), per l’ultima verifica necessaria ad attuare quello che insieme alla “programmazione dei fabbisogni” si configura come uno dei pilastri della riforma del reclutamento nella Pubblica Amministrazione italiana.
I concorsi saranno organizzati dal Dipartimento della Funzione pubblica non prima di aver effettuato una ricognizione dei “fabbisogni” delle pubbliche amministrazioni attraverso la Commissione Ripam (per l’attuazione del progetto di riqualificazione delle Pa) e avvalendosi anche del personale di Formez Pa.
Il concorso è obbligatorio per le amministrazioni centrali e “fortemente consigliato” per quelle territoriali. Il suo obiettivo, oltre a una riduzione dei costi del reclutamento, è quello di uniformare le regole e fissare “criteri oggettivi e uniformi di valutazione” dei candidati al posto pubblico.
LA BOZZA – Lo svolgimento dei concorsi “in forma centralizzata o aggregata con effettuazione delle prove in ambiti territoriali ampi – secondo quanto si legge nella bozza del testo che l’AdnKronos ha potuto visionare – è dunque pratica obbligatoria per le amministrazioni centrali e comunque fortemente consigliata per tutte le restanti amministrazioni”, in quanto, si spiega, consente “un’adeguata partecipazione ed economicità dello svolgimento della procedura concorsuale e l’applicazione di criteri di valutazione oggettivi e uniformi”.
Nella bozza viene precisato infatti che, qualora le posizioni vacanti (per le quali viene indetto un concorso) siano tutte collocate nella medesima regione, il concorso unico può svolgersi in un unico ambito regionale e dunque si “può procedere con i concorsi unici regionali”.
I REQUISITI – Quanto ai requisiti di ammissione a un concorso pubblico particolare attenzione viene rivolta ai giovani. Se da una parte per i profili elevati viene richiesta “una particolare competenza nella materia o esperienza nel settore, adeguatamente documentata” si raccomanda, allo stesso tempo però, nella definizione dei requisiti che “occorre tener conto del tipo di selezione che possono produrre: “privilegiare l’esperienza professionale può avere l’effetto di escludere di fatto i candidati più giovani”.
Stessa attenzione ai giovani che viene riservata nella formulazione dei “titoli”, laddove vengono date indicazioni alle pubbliche amministrazioni per “evitare di escludere di fatto categorie di potenziali candidati meritevoli (in particolare quelli più giovani) attribuendo un peso eccessivo a titoli che essi non possono avere”. Sempre a proposito dei titoli da presentare a un concorso si raccomanda che i “i titoli di servizio” non devono essere “discriminatori” essendo in possesso solo di chi è già dipendente dell’amministrazione che bandisce il concorso, e dunque, “non dovrebbero consistere semplicemente nell’aver svolto un’attività ma di averla svolta in modo meritevole”.
I BANDI – Inoltre, proprio per evitare che i “titoli” siano requisiti preponderanti rispetto ad altri, “i bandi potranno prevedere un limite al numero di titoli che ciascun candidato può presentare” in modo da indicare solo quelli “maggiormente rilevanti”, come si legge nel testo. Nei concorsi pubblici viene segnalata l’importanza anche delle competenze linguistiche e informatiche che potranno essere oggetto di prove di esame o, in alternativa ad esse, requisiti di ammissione. In particolare, potrà essere richiesta la conoscenza dell’inglese, come avviene nei concorsi internazionali.
Nei nuovi concorsi pubblici unici inoltre, sarà prevista anche una preselezione in caso di un numero elevato di candidati, con test che non dovrebbero premiare lo studio mnemonico ma “dovrebbero includere sia quesiti basati sulla preparazione sia basati sulla soluzione di problemi”, “in base a diversi tipi di ragionamento (logico, deduttivo, numerico). In questa direzione vanno le indicazioni per le prove: “prove concorsuali eccessivamente scolastiche o nozionistiche non consentono di valutare al meglio le attitudini del candidato”.
I CONCORSI – Indicazioni anche per la scelta dei commissari per i concorsi. Le amministrazioni, secondo quanto detta la Funzione pubblica, dovrebbero darsi regole chiare sia per “garantire la professionalità del commissario sia per ragioni di trasparenza e anche per evitare decisioni poco meditate” ipotizzando il coinvolgimento anche di commissari con specifiche competenze “nel reclutamento e nella gestione delle risorse umane, nel negoziato e nella psicologia del lavoro”.
Regole nuove anche per le graduatorie. La novità più importante consiste nel prevedere che gli eventuali idonei non siano “in misura non superiore al venti per cento dei posti messi a concorso con arrotondamento all’unità superiore” che è volta a “scongiurare il formarsi di graduatorie eccessivamente lunghe” in modo da evitare di bloccare la possibilità per le amministrazione di svolgere nuovi concorsi, anche a distanza di anni, in caso di proroghe delle graduatorie.
IL PORTALE – Il Dipartimento della Funzione pubblica al fine di una piena ed efficace applicazione delle linee guida svilupperà il Portale del reclutamento, un sistema informativo nazionale accessibile alle amministrazioni pubbliche e ai cittadini. Una sorta di banca dati per consentire la consultazione in un unico sito delle informazioni relative a tutti i concorsi pubblici. In questo sistema informatico confluiranno anche le graduatorie finali e il loro monitoraggio, consentendo così alle amministrazioni di condividere le graduatorie.
Il Portale del reclutamento infine, si spiega, potrà sviluppare attività di gestione dei concorsi e di processi connessi come, ad esempio, la standardizzazione dei moduli di domande di partecipazione ai concorsi, la presentazione telematica delle istanze e il pagamento telematico delle tasse per partecipare ad un concorso.