La crisi del Comune di Roma non trova requie. Dopo lo scandalo devastante di Mafia Capitale, le dimissioni del Sindaco Marino e il conseguente commissariamento, l’Amministrazione capitolina deve fronteggiare un’altra grana: l’agitazione dei propri dipendenti. I sindacati hanno infatti proclamato uno sciopero generale per il 27 gennaio prossimo. Le motivazioni dell’iniziativa di protesta sono spiegate chiaramente in un recente comunicato emanato da Cgil, Cisl-fp e Uil-Fpl: “Abbiamo ascoltato quanto detto dai parlamentari intervenuti al sit-in e anche dall’ex Vicesindaco Causi, ma le parole e le promesse non ci bastano più… Siamo consapevoli che, dopo un anno e mezzo di proteste che non hanno impedito il taglio delle buste paga… l’aumento dei carichi di lavoro, anche a causa del blocco delle assunzioni… Dobbiamo saper rispondere alla campagna che dipinge gli impiegati pubblici come fannulloni e i dipendenti capitolini come fossero, in qualche modo, complici nella vicenda di Mafia Capitale, ma soprattutto dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per evitare il definitivo impovermento… E’ immorale che, per un problema tecnico, chi continua a fare coscienziosamente il proprio lavoro, debba subire un taglio del 30% del proprio salario… Così come insostenibile sarà il peso che graverà sui servizi ai cittadini, perchè tagliare il salario accessorio significa tagliare i servizi, ancor più se si considerano gli impegni straordinari nell’anno del Giubileo”. C’è da chiedersi se sia questo il modo di rilanciare la domanda e di far ripartire la crescita: riducendo i redditi dei lavoratori?