La Commissione parlamentare antimafia ha reso pubblica la relazione finale sulla propria attività durante la XVII legislatura. “In Italia le mafie sono ancora forti e pericolose, ormai stabilmente insediate in ampi territori delle regioni centro settentrionali, nonostante gli importanti successi dell’apparato investigativo di contrasto. E dimostrano una straordinaria capacità di espansione nel resto del mondo, dove ormai hanno diversificano i loro investimenti riciclando gli ingenti proventi del traffico di droga”. Queste, in sintesi, le conclusioni alle quali è giunta la Commissione nella sua ampia e articolata indagine. La relazione segnala, inoltre, la persistenza di una minaccia importante da parte dei sistemi malavitosi organizzati per la democrazia: “Di fronte ad un potere criminale pervasivo che non rinuncia all’esercizio della violenza quando è necessaria, ma che ormai s’impone facendo leva sulle complicità e i troppi varchi del sistema legale, i cedimenti del principio di legalità, che si registrano in troppi ambiti della vita pubblica e civile, costituiscono un serio rischio per la tenuta democratica del Paese”. Quali gli antidoti possibili? Il ruolo fondamentale della cultura, della formazione e della religione nella promozione di una più robusta coscienza civile, nonché lo sviluppo di una nuova e più aggiornata cultura dell’antimafia da corredarsi con linee d’intervento legislativo e organizzativo all’altezza delle sfide presenti. Questa la risposta offerta dalla Commissione. La relazione – che illustra in circa 500 pagine sia le dinamiche attuali delle mafie nostrane (Cosa Nostra, Camorra, ‘nDrangheta), sia le nuove forme delle mafie allogene – sarà presentata dall’on. Rosy Bindi il prossimo 21 febbraio. All’evento interverranno il presidente del Senato, Piero Grasso, il Ministro dell’interno, Marco Minniti, il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti.