Finalmente una buona notizia in materia ambientale, dopo la devastante alternanza di alluvioni e siccità, dei gas serra e degli altri fattori climalteranti: il “buco dell’ozono” nell’atmosfera terrestre si è ridotto del 20% dal 2005, segno del successo delle politiche di messa al bando dei gas Cfc. La pubblica il quotidiano Usa The New York Post, citando fonti della Nasa.
“Si osserva chiaramente come la presenza del cloro sia diminuita all’interno de buco, e per questo si abbia una minore esaurimento dell’ozono”, spiega Susan Strahan, ricercatrice del Goddard Space Flight Center della Nasa. E’ bene ricordare che i Cfc sono dei composti chimici clorati che finiscono per innalzarsi nella stratosfera, dove vengono decomposti dalla radiazione ultravioletta del Sole. Le molecole di cloro liberate in tal modo distruggono quelle di ozono.
Lo strato di ozono nella stratosfera funge da scudo alla radiazione ultravioletta, responsabile nell’uomo di cancro alla pelle, cataratte e distruzione del sistema immunitario, ma in grado di danneggiare anche la vita vegetale. Nel 1987, due anni dopo la scoperta del buco nell’ozono (situato sull’Antartide), fu varato il Protocollo di Montreal, che prevedeva la messa al bando dei Cfc e della altre sostanze in grado di danneggiare proprio lo strato di ozono.