Una delle tendenze degli ultimi anni in tema di lavoro è la progressiva equiparazione tra pubblico e privato. Anche in ambito pensionistico, dove proprio in questi giorni le soglie sono state portate indifferentemente per tutti i dipendenti, a prescindere dal settore di appartenenza, a 66 anni e 7 mesi. La “regola”, però, non vale per le visite fiscali, che continueranno ad essere attuate in orari fortemente differenziati. E il medico potrà bussare più volte nel corso anche della stessa giornata, festivi compresi.
Nuovo anno e nuove regole per le visite fiscali. Entrerà infatti in vigore il prossimo 13 gennaio il decreto Madia sui dipendenti pubblici che prevede diverse “modalità per lo svolgimento delle visite fiscali e per l’accertamento delle assenze dal servizio per malattia, nonché l’individuazione delle fasce orarie di reperibilità”. Quindi salta l’armonizzazione tra i settori, indicata nella riforma del pubblico impiego. Il ministero della P.a avrebbe motivato la scelta spiegando che dalla parificazione deriverebbe una riduzione delle finestre orarie per gli statali e dunque “una minore incisività della disciplina dei controlli”. Tra le principali novità del decreto, un Dpcm, c’è la già annunciata “cadenza sistematica e ripetitiva” dei controlli, “anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale”. Insomma il medico fiscale potrà bussare due volte alla porta.
Nel dettaglio, il decreto individua le fasce di reperibilità tra le 9 e le 13 e tra le 15 e le 18 di ciascun giorno, mantenendo così gli orari attualmente previsti per la P.a e lasciando immutata la differenziazione tra il pubblico e il privato, dove le finestre sono più brevi, ricomprese tra le ore 10 e le 12 e tra le ore 17 e le 19. D’altra parte erano due le strade percorribili: allargare gli spazi per i lavoratori del privato, come più volte proposto dal presidente dell’Inps Tito Boeri, che si era espresso per portare tutti a sette ore; oppure accorciare la reperibilità per gli statali, opzione però giudicata non percorribile dalla Funzione pubblica.
Le visite fiscali, su richiesta del datore di lavoro pubblico, potranno essere richieste fin dal primo giorno di assenza e, spiega ancora il decreto, potranno essere effettuate “con cadenza sistematica e ripetitiva”. Esclusi dall’obbligo di rispettare le fasce orarie di reperibilità tutti quei dipendenti affetti da “patologie gravi che richiedono terapie salvavita; causa di servizio riconosciuta” e quindi “stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta, pari o superiore al 67%”.
Cosa succede invece nel settore privato? Le vecchie fasce orarie per i controlli rimangono invariate: le visite fiscali avranno luogo dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, per un totale di 4 ore. I controlli nel privato non vengono quindi equiparati al pubblico, come invece suggerito dal Consiglio di Stato.