“Nell’interpretare le sfide che attendono l’Autorità lungo il cammino che porta a un’Italia ultrabroadband è necessario adottare una visione di sistema, in grado di comprendere fenomeni nuovi che producono rapidi cambiamenti e nuove interazioni tra i mercati, evitando di essere condizionati dai vecchi schemi e adottando un approccio di tipo olistico”. Queste le parole del Commissario Agcom, Antonio Martusciello, nel suo intervento ieri a Roma agli Stati Generali delle Telecomunicazioni. Martusciello ha spiegato che la crescita dell’ultrabroadband e dell’ecosistema digitale vanno affrontati con una grande attenzione al mondo dei servizi, puntando alla creazione di un contesto privo di distorsioni concorrenziali e in grado di tutelare l’utente anche nel momento in cui entra in contatto con nuovi strumenti e nuove modalità di fruizione.
Secondo il Commissario, per favorire la crescita della domanda e, di conseguenza, lo sviluppo del mercato, la fiducia degli utenti nell’utilizzo dei servizi è altrettanto importante quanto l’alfabetizzazione digitale. Per quanto riguarda le infrastrutture, ha poi spiegato, l’intento di Agcom è quello di fissare un quadro stabile e certo, requisito fondamentale per chi deve investire.
“Per le reti in fibra – ha sottolineato Martusciello – le regole d’accesso varranno almeno fino al 2020, un triennio cruciale per lo sviluppo delle infrastrutture a banda ultralarga e fondamentale affinché il Paese possa cogliere le potenzialità di sviluppo connesse alle nuove tecnologie. Nel realizzare ciò, si dovrà tenere conto dei cambiamenti dello scenario competitivo derivanti dall’entrata in campo di Open Fiber e dalle eventuali modifiche dell’assetto organizzativo/societario che Telecom vorrà assumere. Circostanze queste che – per il Commissario – potrebbero condurre l’analisi in corso verso l’adozione di misure differenziate su base geografica. Nel corso del 2018, poi l’Autorità sarà anche fortemente impegnata sul tema delle frequenze, sia sul fronte 5G che su quello audiovisivo, a esso collegato per via del refarming della banda 700Mhz. In tale contesto – ha concluso – sarà quindi necessario trovare il giusto compromesso tra le varie esigenze come, ad esempio, quella di sfruttare le potenzialità della nuova tecnologia, assegnando canali di grandi dimensioni, ma senza limitare eccessivamente il numero dei possibili assegnatari”.