Il Fisco non si smentisce mai e si ripropone sempre come l’incubo di un film horror, alla faccia degli annunci che prospettano un “erario dal volto umano” amico dei cittadini. Lo conferma la Cgia di Mestre, puntuale come al solito nello sfornare dati e analisi illuminanti, chiarendo che la pressione sui contribuenti non deriva soltanto dall’entità delle tasse e dei tributi imposti, ma anche dalla sterminata mole di misure fiscali vigenti. I numeri, tra vecchie e nuove norme, sono da capogiro. Nel 2016, ad esempio, tra provvedimenti firmati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, circolari e risoluzioni, sono state prodotte oltre duemila pagine di misure fiscali. Una quantità incredibile di disposizioni che mette alla prova anche i commercialisti più attenti e scrupolosi. E non finisce qui. Sempre nello stesso anno, infatti, tra leggi e decreti-legge in materia ci sono state 11 novità legislative, che hanno a loro volta modificato 110 norme esistenti, e ben 36 decreti ministeriali composti da 138 articoli. In altre parole, un vero e proprio labirinto nel quale c’è il rischio di smarrirsi e d’incorrere in buona fede in qualche errore.
“L’oppressione fiscale sta debordando sempre più, disorientando non solo i contribuenti, ma anche gli addetti ai lavori – denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi Cgia, Paolo Zabeo, e aggiunge – Il nostro sistema fiscale è complesso, estremamente farraginoso, spesso contradittorio e poco trasparente. Ecco perché – sottolinea – tra i debitori dello Stato ci sono anche coloro che, probabilmente, non hanno pagato il bollo dell’auto o il canone Rai, ma la grande maggioranza è costituita da soggetti vittime di un fisco arcaico e spesso indecifrabile, che in questi ultimi anni ha fatto aumentare in misura esponenziale il rischio di commettere errori formali a seguito di un ingorgo normativo che non ha eguali nel resto del mondo”.