Sette anni fa, la sera del 5 settembre 2010, mentre rientrava a casa alla guida della sua auto, fu ucciso con sette colpi di pistola a segno Angelo Vassallo, Sindaco di Pollica, piccolo Comune del Cilento in Campania. Fiumi di parole sono stati scritti sul “sindaco pescatore” – noto per l’amore per il mare e la terra – la sua vicenda è stata narrata nel film prodotto dalla Rai e visto da più di 7 milioni di telespettatori, che lo ha fatto diventare, in poco tempo, simbolo della democrazia e del buon governo degli amministratori locali, come pure segno di speranza contro la criminalità organizzata.
Ad oggi, si contano decine di piazze, parchi e strade a lui intitolate, ma anche festival e premi letterari per mantenere viva la memoria di una figura così importante per i nostri giorni e cercare di portare alla luce la verità e diffondere la legalità. Un ruolo importante lo sta svolgendo da tempo con determinazione proprio l’omonima Fondazione, presieduta dal fratello Dario Vassallo.
Di recente, la Fondazione ha presentato ufficialmente la richiesta di istituzione di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta proprio sulla morte dell’ex primo cittadino pollichese. Si è parlato anche di questo, infatti, ieri a Roma in occasione del convegno “Chi ha ucciso il Sindaco Pescatore?”, alla presenza degli esponenti nazionali dei principali partiti politici italiani e di un centinaio di sindaci ed amministratori del Paese.
Il convegno, che si è svolto a Roma presso la sala Tacito-Orazio dell’Hotel Bernini in Piazza Barberini 23, era incentrato su un dialogo tra Dario Vassallo, Presidente della “Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore“, e quattro giornalisti: Marco Antonellis, responsabile della sezione “Palazzi e Poteri” per il quotidiano digitale “Affari Italiani“; Dario Del Porto, cronista della redazione di Napoli de “La Repubblica“; Vincenzo Iurillo, giornalista de “Il Fatto Quotidiano” e Massimo Martinelli, vice direttore de “Il Messaggero“.
Anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto al convegno: “Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, era un uomo del Mediterraneo che univa stimoli e visioni straordinarie – ha detto Emiliano – Ho sempre trovato il modo di agganciarmi alla storia di Angelo. Ho fatto il sindaco e avevo percepito prima della sua morte il significato del suo ruolo e di quanto la sua energia avrebbe potuto aiutare il Sud ad emanciparsi. Resta il fatto che le divisioni che si sono create attorno al 5 settembre sono gravi. È davvero importante che ci sia una ricucitura della platea di coloro che considerano la morte di Angelo un danno enorme personale, collettivo e al futuro di una terra intera. Per quella che è la mia memoria, le divisioni nel fronte di coloro che si contrappongono alla criminalità organizzata sono sempre devastanti. Mentre nel contrasto alle mafie è fondamentale la capacità di riunificarsi attorno allo stato di diritto, alle regole, alla esigibilità delle condotte. Dobbiamo essere consapevoli che chi svolge funzioni pubbliche, anche di natura politica, ha un obbligo ancora più intenso di collaborazione e stimolo nei confronti delle investigazioni, di dire la verità e di utilizzarla come strumento quotidiano di lavoro. Dario Vassallo chiama le persone alla verità e forse ha l’impressione di essere rimasto quasi solo. Il motivo per il quale io sono qui è per dirgli che non è affatto solo, ma ci sono tantissime persone che possono essere richiamate ai valori e ai principi che Angelo ha insegnato a noi tutti”.