Il Piano di monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) in alcuni territori veneti, realizzato e valutato dall’Iss, in accordo con la Regione Veneto, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e con l’Arpav, appena presentato dai tecnici dell’Istituto superiore di Sanità, Umberto Agrimi e Paolo Stacchini, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, non ha messo in evidenza pericoli nè criticità sotto il profilo della sicurezza alimentare.
“L’Istituto superiore di Sanità e tutti i tecnici che hanno prodotto questo imponente studio – ha detto l’assessore Coletto – hanno fatto un grande lavoro, dotato di rigore scientifico, una metodicità approfondita, e applicata a quello che, è bene ricordare, è il primo caso in Italia nel quale si affronta a 360 gradi la complessa questione. Gli esiti sono tranquillizzanti – ha aggiunto – e fanno giustizia degli allarmismi e di qualche fake news che hanno accompagnato l’intera vicenda. La Regione Veneto ha affrontato tutto con impegno e trasparenza sin dal primo giorno, facendo investimenti cospicui sulla prevenzione, sulla salute, sugli interventi di filtraggio negli acquedotti, sull’intero aspetto ambientale. Finora abbiamo utilizzato sole risorse regionali – ha concluso Luca Coletto – ma proprio oggi ho ricevuto dal Ministero della Salute la notizia di un primo stanziamento di due milioni di euro per la parte delle attività sanitarie. Non è molto, ma è già qualcosa, purchè sia chiaro che i costi si protrarranno per anni, perché stiamo attuando un vero e proprio screening sulle persone che durerà a lungo ed eroghiamo le eventuali cure necessarie in forma totalmente gratuita. All’appello mancano purtroppo ancora gli 80 milioni promessi dal Governo per gli interventi acquedottistici. Cose fatte all’italiana, non alla veneta”.
Per la ricerca sul campo sono stati prelevati complessivamente 614 campioni di alimenti di origine vegetale e altri 634 campioni di origine animale. Gli alimenti vegetali analizzati sono stati: mele e pere da tavola, uva da vino, patate, radicchio, pomodori, asparagi, cipolle, lattuga ed altre verdure a foglia, fagiolini, zucchine, peperoni, zucca, piselli, cavoli, fagioli, cereali e mais. Quelli di origine animale invece sono stati: muscolo e fegato di suino, avicoli e bovini da carne, nonchè latte, uova e campioni di allevamento ittico. Riguardo al pesce pescato nelle acque superficiali, tuttavia, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha emesso un’ordinanza in cui viene vietato il consumo di pesce pescato nei 21 comuni della cosiddetta “zona rossa”. La prescrizione resterà in vigore per un anno.