“Dobbiamo procedere senza indugi e restituire nei tempi previsti dallo Statuto un nuovo assetto alla Confederazione”. Idee chiare e visione politica ben definita quella che esprime in queste poche ore dal suo insediamento il nuovo Presidente di Federsanità ANCI, Vincenzo Brandi. Classe ’69, funzionario del Ministero di Giustizia, vice-sindaco di Bari fino a qualche mese fa, Brandi subentra al dimissionario Lino Del Favero per traghettare la Confederazione verso il nuovo congresso. Lo incontriamo per una breve intervista per capire quale sarà il percorso di questa sua presidenza di transizione.
Presidente, quali sono gli obiettivi e il percorso di federsanità in vista del rinnovo degli organi?
E’ assolutamente evidente che le dimissioni di Del Favero non possono che essere affrontate con chiarezza, trasparenza e velocità. La Confederazione ha importanti obiettivi per il futuro e avverte perciò la necessità di ripristinare la piena funzionalità di tutti i suoi organismi. Il mio ruolo di servizio sarà quello di convocare nei tempi statutari il congresso, probabilmente già nella prima decade di novembre, e di costruirlo non solo su equilibrismi ormai superati, ma su idee e contenuti che aprano una discussione e innestino processi nuovi. Su questo obiettivo, insieme all’ANCI e forte anche del mio rapporto di amicizia e stima con il presidente Decaro, rafforzeremo il ruolo di Federsanità nel mondo delle autonomie locali. In particolare, alla luce di quanto prodotto dalla riforma del 1992, dovremo concepire il futuro sistema di relazioni con le Regioni.
Avete quindi di fronte la prospettiva di un forte cambiamento all’interno della Confederazione?
L’occasione di un congresso deve sempre vederci capaci di riflettere sui limiti e gli errori del passato, con uno sforzo di umiltà, per accogliere il monito di quanti immaginano il ritorno a un sano primato della politica, unico antitodo alla logica del burocratismo gestionale, talvolta opaco. In questo periodo di impegno nella struttura – come Vice-presidente vicario – mi sono reso conto che si deve con decisione rafforzare il rapporto tra gli amministratori locali, con i sindaci in testa, e i direttori generali delle Asl. Solo insieme, infatti, la programmazione socio-sanitaria sarà rispondente non solo ai canoni economici, imposti dai tempi, ma anche alle reali esigenze dei cittadini. Questa idea vincente è alla base della scelta dell’ANCI di costituire a suo tempo Federsanità e va rilanciata con serietà, dunque con progetti nuovi. Proprio perché abbiamo molto da fare è inutile perderci in lunghe attese. Questo breve periodo di “interregno” sarà speso per costruire e progettare il futuro della Confederazione. La mia unica ambizione è quella di rimboccarci le maniche e scendere di nuovo nei territori, sostenere meglio le federazioni regionali che hanno un po’ faticato in questi anni e invece farci aiutare da quelle che rappresentano per noi un modello virtuoso, considerando sempre le differenze territoriali ed organizzative. Abbiamo molto da fare, ma la mia esperienza di amministratore, corroborata dall’intenso lavoro in Anci, mi fa ben sperare nella possibilità di vincere la sfida.