La Corea del Nord ha minacciato di silurare il Giappone con un attacco nucleare e ridurre gli Usa a “cenere e tenebre”. L’ennesima provocazione promette, insomma, un’ulteriore escalation delle tensioni dopo la recente decisione delle Nazioni Unite d’imporre nuove sanzioni al regime di Pyongyang. La minaccia giunge dal Korean Asia-Pacific Peace Committee, che gestisce i rapporti con Seul, attraverso l’Agenzia di stampa ufficiale Kcna. A riportarlo sono le agenzie internazionali.
La Corea del Nord rispedisce così al mittente le ultime sanzioni decise dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, rovesciando pari pari i termini della situazione ed etichettandole come il prodotto di una scellerata provocazione.
In una nota rilanciata dalla Kcna, il Ministero degli Esteri definisce infatti la risoluzione come una ulterire provocazione da parte degli Usa, allo scopo di colpire il “legittimo diritto all’autodifesa dello Stato nordcoreano”. Questa mossa è “ dà l’occasione di verificare che la strada da noi scelta è assolutamente giusta e rafforza la determinazione di percorrerla a passo più sostenuto senza minime deviazioni fino alla fine della battaglia – si legge in una nota”.
Prosegue intanto il braccio di ferro con Seul. L’Aeronautica sudcoreana ha condotto “con successo” un ciclo di esercitazioni usando per la prima volta i missili di ultima generazione Taurus, in una prova di forza dopo il più potente test nucleare mai effettuato prima dallo Stato del Nord lo scorso 3 settembre. Le manovre, tenute sulla costa occidentale, hanno visto schierati i jet F-15k che hanno lanciato i missili colpendo a circa 400 chilometri di distanza un obiettivo collocato nell’entroterra di un’isola. Un test volto a dimostrare le proprie capacità belliche.
Autosufficienza ed egemonia del settore militare sono alla base della complessa situazione interna in cui si trova la Corea del Nord. Con un’azione politica guidata dagli obiettivi del mantenimento della stabilità del regime e subordinata alle esigenze del settore militare, Pyongyang ha sempre rimandato le riforme economiche necessarie a dare respiro al Paese.
Già Kim Jong-il negli ultimi anni di regime aveva capito che una riforma dell’economia sarebbe stata necessaria, ma la paura che questa potesse provocare disordini sociali e conseguente instabilità l’aveva fermato.
Oggi siamo arrivati al parossismo con sempre più pervicaci e irragionevoli manovre di guerra.