Nei prossimi giorni il Governo sarà chiamato ad un appuntamento importante. Sul fronte rinnovo del contratto degli statali il punto centrale saranno le risorse. Ma a far discutere negli ultimi giorni è anche la clausola contro i ricorsi. Pensata appositamente per ridurre il fenomeno dell’assenteismo. Ma anche per ridurre i tempi delle cosiddette sanzioni. Che verrebbero concordate, dunque, tra soggetto sanzionabile e datore di lavoro.
Una clausola, in soldoni, contro i ricorsi per gestire le sanzioni agli statali mediante procedure di conciliazione così da ridurre il contenzioso. E’ una delle proposte, ancora da articolare nei contenuti, presentate dall’Aran ai sindacati. L’ipotesi è quella di scrivere all’interno del contratto una clausola per la determinazione concordata della sanzione disciplinare per dare attuazione, spiegano fonti dell’Aran all’AdnKronos, a una norma di legge che prevede, con rinvio alla contrattazione, la possibilità che vi sia, appunto, una sorta di accordo tra le parti.
Il vantaggio per il datore di lavoro pubblico è che accettando questa determinazione concordata il dipendente non può più impugnare e fare ricorso. La sanzione si applica da subito ed è inibita la possibilità di andare in via giudiziale. Lo scopo di questa procedura conciliativa, che resta una facoltà e non un obbligo, è quello di mantenere basso il livello di contenzioso così da non ingolfare le aule giudiziarie. Si tratta di una clausola già inserita nel contratto dei dirigenti.
I paletti all’interno dei quali è possibile ricorrere a questa procedura sono molto netti. Non è possibile applicarla nei casi più gravi, ovvero in quelli in cui la sanzione sia il licenziamento. Inoltre non è possibile comminare una sanzione che abbia una specie diversa da quella prevista dal codice disciplinare. Nel caso in cui la sanzione sia una sospensione, ad esempio, non è possibile derubricarla in rimprovero.