Forse ci siamo! Forse la tanto evocata ripresa comincia a dare qualche segnale concreto di vitalità. Oggi, due buone notizie alimentano il nostro ottimismo: Moody’s prevede per il 2017 un Pil italiano a +1,3% (intanto l’America segna un +3% nel secondo trimestre); negli ultimi due mesi il numero di occupati ha superato il livello di 23 milioni di unità, soglia oltrepassata solo nel 2008, prima dell’inizio della lunga crisi. A luglio, infatti, gli occupati sono cresciuti dello 0,3% rispetto a giugno (+59 mila), “confermando la persistenza della fase di espansione occupazionale”. E’ la fotografia del mercato del lavoro scattata dall’Istat. Evidente la soddisfazione del Ministro del lavoro, Giuliano Poletti, che con un tweet ha commentato: “a luglio superati i 23 milioni di occupati. Un altro passo nella giusta direzione”. Su base annua, secondo le stime preliminare dell’Istituto, si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,3%, +294 mila). La crescita interessa uomini e donne e riguarda i lavoratori dipendenti (+378 mila, di cui +286 mila a termine e +92 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-84 mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+371 mila) e i 15-24enni (+47 mila), a fronte di un calo nelle classi di età centrali (-124 mila). Paradossalmente, tuttavia, l’aumento del numero degli occupati è controbilanciato dalla salita del tasso di disoccupazione all’11,3% (+0,2 punti percentuali). Curiosamente, dopo il calo di giugno, la stima delle persone in cerca di occupazione a luglio cresce del 2,1% (+61 mila). L’aumento della disoccupazione – chiarisce l’Istat – è attribuibile esclusivamente alla componente femminile e interessa tutte le classi di età, mentre si registra una stabilità tra gli uomini. Per i giovani il tasso di disoccupazione cresce al 35,5% (+0,3 punti). L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,5% (cioè poco meno di un giovane su 10 è disoccupato). Non a caso, la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a luglio è in forte calo (-0,9%, -115 mila), “confermando la tendenza in atto da metà 2013”, spiega l’Istituto. In altre parole, qualcosa si sta mettendo in moto nel tessuto socio-economico del Paese. L’auspicio è che si tratti di un trend duraturo, robusto e in crescita progressiva nei prossimi mesi e anni.