Nonostante la spending review e anni di polemiche e denunce, il sistema delle auto blu continua a proliferare.
Dall’ultimo censimento sulle auto della Pubblica Amministrazione, concluso il 28 febbraio del 2017, emerge che nel 2016 sono ‘apparse’ 8.791 auto di servizio in più. Si è passati da quota 20.891 a 29.682.
Il dato dipende per buona parte dalla maggiore accuratezza del censimento e dal numero di risposte pervenute dove si dichiara il possesso di almeno una auto di servizio, ciò significa che basta fare una rilevazione più approfondita per scoprire che le auto di servizio in Italia sono molte di più di quanto si pensi.
E pensare che, nel comunicare i dati del 2016, il governo sottolineò una riduzione di 1.049 auto, pari al 3,3 per cento rispetto al 2015. Ma invece, secondo la rielaborazione dei dati fatta da Twig, per quei due anni, anche per via della maggiore partecipazione al censimento delle amministrazioni, sarebbero quasi 2.000 i veicoli in più.
Il dato vero è che, le auto blu di servizio nei Comuni, si moltiplicano man mano che i censimenti si fanno più approfonditi.
La posizione di testa nella classifica dei Comuni che denunciano il maggior numero di auto blu (cioè con annesso autista) è occupata da Oristano: ce ne sono 20 (il che significa 63,2 ogni 100 mila abitanti). Seguono – con netta prevalenza del Sud – Trapani, Brindisi, Messina, Cosenza e Matera. In termini assoluti, e con riferimento alle semplici auto di servizio (cioè senza autista dedicato), in testa c’è Torino con 294 auto, seguita da Roma con 146 auto. Spicca Sassari con 106 auto (83,1 ogni 100 mila abitanti).
Paradossali i casi di Roccasecca dei Volsci (Latina) che denuncia 10 veicoli con autista (sarebbero 872,6 auto su una ipotetica platea di 100 mila abitanti). E delle tre regine dell’auto di servizio: Roseto degli Abruzzi (Teramo), Monopoli (Bari) e Bagheria (Palermo), Comuni con più di 50 vetture a disposizione. A Pietracamela (Teramo) invece, con 271 abitanti, ci sono 4 auto di cui 3 con autista.