Si chiama “Liberi di scegliere” ed è un progetto che prevede corsi di rieducazione, sostegno e reinserimento sociale per i minori provenienti dai contesti della criminalità organizzata. Il Tribunale di Reggio Calabria dal 2012 a oggi ha adottato un particolare orientamento nei confronti di molti minori cresciuti in famiglie appartenenti alla criminalità organizzata, limitando la responsabilità genitoriale, allontanando i giovani dalle famiglie d’origine o decidendo l’affidamento esclusivo dei minori al genitore non coinvolto in dinamiche malavitose, poiché la permanenza degli stessi all’interno delle proprie famiglie recherebbe loro un ulteriore danno.
Oggi, tenendo conto di questo contesto, è nato l’Accordo Quadro per la realizzazione del progetto “Liberi di scegliere”, un programma che prevede corsi personalizzati di rieducazione, sostegno e reinserimento sociale, rivolti a favore di minori, giovani ed anche adulti provenienti o inseriti in contesti di criminalità organizzata. Il documento è stato firmato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, e dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando; dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio; dal presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis, dal delegato del presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Luciano Trovato, dai presidenti dei Tribunali per i Minorenni di Catanzaro e di Reggio Calabria, Luciano Trovato e Roberto Di Bella, dai procuratori della Repubblica presso il Tribunale per i Minori di Catanzaro e di Reggio Calabria, Maria Rita Tartaglia e Giuseppina Latella.
Nell’illustrare l’iniziativa, il prefetto Michele di Bari ha ribadito l’importanza di un impegno condiviso e sinergico delle istituzioni per offrire ai “figli di ‘ndrangheta” un’alternativa ad una vita già segnata. Il progetto vuole garantire adeguate tutele per una regolare crescita psicofisica e la realizzazione di un programma sperimentale di prevenzione della marginalità sociale attraverso opportunità formative, lavorative e ricreative, valorizzandone le potenzialità; ad intraprendere azioni volte al reinserimento dei minori e ad interventi di giustizia riparativa che coinvolgano, se possibile, anche parte del nucleo familiare di appartenenza. A tale proposito verranno attivati piani socio-educativi attraverso l’istituzione di specifiche equipe multidisciplinari e le linee operative per l’organizzazione di circuiti di accoglienza per i minori allontanati dal contesto familiare e territoriale di appartenenza.