La dimensione smart è in continua evoluzione e partorisce sempre nuove declinazioni, inedite fattispecie operative. Non a caso, dalle “smart city” siamo ora passati alle “smart land”. Una categoria, quest’ultima, che ha parecchio a che fare con i piccoli Comuni. Enti assai numerosi, giacchè sono 5700 in tutta la Penisola, ma scarsamente abitati (non oltre 5000 abitanti). E tuttavia coinvolti anch’essi a pieno titolo nelle trasformazioni avviate dalle città grandi e medie per rispondere alle sfide del cambiamento. Cambiamento che va essenzialmente in direzione di una maggiore sostenibilità, come richiesto a livello mondiale dall’Agenda 2030, e di una vivibilità che chiama in causa da una parte le nuove tecnologie, strumento imprescindibile per raggiungere questi obiettivi, dall’altra il ruolo attivo e la collaborazione tra i diversi attori del territorio: enti, cittadini, imprese.
Queste le riflessioni alla base dell’iniziativa organizzata da FPA, A2A Smart City e LineaCom, che si terrà sabato 10 giugno a Cremona, con l’obiettivo di fare il punto sull’innovazione e le nuove tecnologie come fattore chiave per trasformare il volto dei piccoli Comuni e favorire i processi d’innovazione sociale. Un’innovazione non meramente tecnocratica, bensì tesa a favorire la soddisfazione dei bisogni e delle comunità territoriali e che si fondi sulla sinergie tra enti e attori locali, che sia riutilizzabile e trasferibile orientando uno sviluppo effettivamente intelligente, inclusivo e sostenibile. Non a caso, il titolo del convegno è “Innovazione nei piccoli Comuni. Nuove tecnologie e piattaforme innovative a servizio delle Smart Land”, laddove il concetto di “territorio intelligente” sta proprio a indicare sforzi e azioni dei paesi e delle città di piccole dimensioni finalizzati ad accrescere la competitività del territorio di riferimento creando un contesto economico-sociale attraente verso turismo e investimenti.
“Il concetto di smart city è in continua trasformazione – spiega infatti Gianni Dominici, Direttore generale di FPA – oltre alla digital transformation delle comunità urbane, che è sicuramente un tema centrale condiviso anche dall’Unione Europea (che, con il Patto di Amsterdam, ha individuato nella transizione al digitale uno dei 12 principi guida della propria Agenda Urbana) dobbiamo soffermarci su processi che stanno diventando sempre più centrali. Pensiamo per esempio agli shared services, un modello organizzativo sinergico e collaborativo, in cui la tecnologia diventa fattore abilitante di un nuovo modo di gestire in rete l’amministrazione locale. Servizi condivisi, in particolare a livello delle Unioni dei Comuni, che rappresentano un cambio di paradigma nella gestione di risorse da un decentramento costoso, poco funzionale e caotico a un accentramento che razionalizza e mette a sistema. Vantaggi dunque in termini di risparmio di tempi e costi, di miglioramento di prestazioni e di sviluppo di una nuova governance dei territori che coinvolge istituzioni e stakeholder locali”.
Non solo ragionamenti e riflessioni teoriche caratterizzeranno l’incontro di Cremona. E’ previsto anche un importante atto dalle rilevanti ricadute operative: la firma del protocollo d’intesa tra A2A e ANCI Lombardia per smart city/land. A siglare il documento saranno il Presidente di A2A, Giovanni Valotti, e Pierattilio Superti – Direttore Anci Lombardia. Il protocollo sancisce la nascita di un Comitato Congiunto di Indirizzo per promuovere e diffondere le smart practice nei territori lombardi.