Cinquanta milioni di tonnellate gli involucri rifiuto riciclati, per un totale di 130 milioni di metri cubi di packaging e la mancata emissione in atmosfera di 40 milioni di tonnellate di CO2. Sono questi i quantitativi che il Consorzio nazionale imballaggi ha garantito al riciclo dal 1998 al 2016, passando da poco meno di 190.000 tonnellate nel 1998 a poco più di 4 milioni di tonnellate del 2016 ed evitando la costruzione di 130 discariche di medie dimensioni. In 20 anni, il tasso di riciclo in Italia è cresciuto più del doppio rispetto alla media dell’Unione europea, colmando il divario di 15 punti percentuali che aveva il nostro Paese, con un avvicinamento delle performance al modello virtuoso della Germania.
Dati e cifre emerse durante l’Assemblea pubblica di Conai-Consorzio nazionale imballaggi, promossa in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, in cui è stato fatto un bilancio dell’attività del Consorzio, costituito nel 1997 in seguito all’entrata in vigore del Decreto Ronchi. L’appuntamento ha anche visto la presentazione della II edizione del Rapporto di Sostenibilità di Conai, che ha mostrato con evidenze numeriche l’impatto positivo del Consorzio a livello ambientale, economico e sociale. In particolare, il contributo del riciclo dei rifiuti di imballaggio ha permesso il risparmio – nel solo 2016 – di 19 TWh di energia, pari al consumo di ben 11 centrali termoelettriche (superiori a 1 GWh). Dal punto di vista strettamente economico, invece, il riciclo gestito da Conai e dai Consorzi di filiera ha generato nel 2016 benefici per oltre 900 milioni di euro.