Il nuovo codice disciplinare amplia le casistiche di licenziamento da sei a dieci. Accanto ai furbetti del cartellino, alle assenze ingiustificate e alle false dichiarazioni per ottenere posti e promozioni, le nuove regole impongono il cartellino rosso anche per chi viola in modo grave e reiterato i codici di comportamento oppure per scarso rendimento.
Lo statale che incassa “valutazioni negative” per tre anni consecutivi verrà licenziato. Questo è quanto prevede il codice dei licenziamenti, una delle novità contenute nel testo unico del pubblico impiego approvato dal Consiglio dei ministri.
In cosa consiste? Il codice dei licenziamenti prevede che serviranno tre anni di “scarso rendimento” e di violazione “grave e reiterata” del codice di comportamento per essere ‘mandati a casa’. La novità è dunque che per arrivare al licenziamento, lo statale dovrà ‘collezionare’ “costanti valutazioni negative” per tre anni consecutivi.
Resta poi la disposizione in base alla quale “la violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa, che abbia determinato la condanna dell’amministrazione al risarcimento del danno, comporta comunque nei confronti del dipendente responsabile l’applicazione della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione”.
La sanzione del licenziamento minaccerà anche i dirigenti che, con dolo o colpa grave, non portano a termine i procedimenti disciplinari: procedimenti che potranno sforare i termini intermedi, quelli relativi ai singoli passaggi, senza decadere, ma dovranno chiudersi entro il termine perentorio di 120 giorni (come suggerito dal consiglio di Stato).
Quindi non saranno più solo i furbetti del cartellino a doversi allarmare, ma anche tutti quegli statali che incasseranno tre anni di ‘bocciature’. “Le misure contro i furbetti del cartellino stanno dando prova di essere efficaci”, ha detto il ministro Madia. “Non si tratta di “norme sbandierate” – ha aggiunto – ma c’è la “prova della loro efficacia”.