L’impianto del Testo unico sul lavoro pubblico non cambia, ma qualche ritocco ci sarà. La versione definitiva del provvedimento, attesa al prossimo Consiglio dei ministri, allargherà le maglie per la stabilizzazione dei precari, in ballo ci sono quasi 50 mila posti, e rivedrà il meccanismo del procedimento disciplinare che come sanzione massima ha il licenziamento.
Da quel che trapela potrebbero spuntare anche delle modifiche in tema di salario accessorio, con regole più morbide sia per i piani di rientro nei Comuni in deficit, sia per la gestione delle quote da riservare alla performance.
Con l’approvazione della riforma della Pubblica Amministrazione, inoltre, le visite fiscali nel pubblico impiego potrebbero passare all’Inps, come per il settore privato.
L’obiettivo è quello di creare un Polo unico per gestire in modo unitario le visite fiscali e il controllo dei certificati medici sia nel settore pubblico che nel settore privato.
Ad oggi le visite fiscali nella Pubblica Amministrazione sono gestite dalle ASL che, tuttavia, non sono sempre in grado di garantire controlli efficaci e capillari.
Il provvedimento rivoluzionerebbe il meccanismo delle visite fiscali, concedendo in via esclusiva all’Inps, con oneri a carico dello stesso Istituto che provvede nei limiti delle risorse trasferite delle Amministrazioni interessate, gli accertamenti medico-legali sui dipendenti assenti per malattia.
Per quanto riguarda i controlli sulla validità dei singoli certificati prodotti dai lavoratori, invece, resterà la competenza in capo alle singole pubbliche amministrazioni interessate.
Prevista anche una “fase ponte” per far digerire quella che si preannuncia come una rivoluzione: la creazione di un polo unico della medicina fiscale. Ma a patto che la transizione sia breve, confinata a pochi mesi: al massimo fino a settembre. Sarebbe questo l’orientamento del Governo alla vigilia dell’approdo della riforma Madia in Consiglio dei ministri (il giorno giusto dovrebbe essere venerdì 19 maggio).
Per il Testo Unico del pubblico impiego e il decreto che rivede la valutazione delle performance per gli statali, pilastri dell’intera delega Madia, non c’è di sicuro più da aspettare. Il Governo ha incassato l’intesa con le Regioni, imposta dalla Corte Costituzionale, i pareri parlamentari e visto i sindacati, che tra l’altro lunedì saranno di nuovo ascoltati.
Andata in porto la riforma, nulla sembrerebbe ostacolare la riapertura della contrattazione dopo otto anni di stop. Quindi in ballo non ci sono solo nuove regole ma anche lo sblocco di 85 euro in busta paga, come concordato il 30 novembre scorso con i sindacati.