In Gran Bretagna ferve il dibattito sulle misure concrete da adottare per contrastare l’inquinamento in tutte le sue forme. E’ in corso, infatti, una polemica tra le autorità centrali e quelle locali in tema di ‘rottamazione dei diesel’, argomento su cui il Ministero dei Trasporti si era pronunciato alla fine di aprile definendo l’ipotesi di un simile provvedimento non percorribile perché ”inefficace e costosa in modo proibitivo”. Nel frattempo, è intervenuto anche il Ministero britannico per l’Ambiente, il Cibo e l’Agricoltura che, avviando una consultazione che terminerà il prossimo 15 giugno, affida di fatto la gestione dei provvedimenti restrittivi alle amministrazioni locali e concede loro la possibilità di creare nuove Clean Air Zones (aree con specifica gestione dell’inquinamento atmosferico).
L’aspetto più significativo di questo documento – che ha solo il valore di consultazione non decisionale – è la facoltà che dovrebbe essere assegnata ai Sindaci o agli amministratori di ”applicare pedaggi o vietare l’accesso a determinate zone ad alcuni tipi di veicoli”. Su questo fronte si è immediatamente espresso il primo cittadino di Londra, Sadiq Khan, che ha chiesto un intervento del Governo per reintrodurre nella zona di sua competenza un programma di rottamazione dei diesel. Questo provvedimento – commentato favorevolmente dagli amministratori delle cittadine attorno alla Capitale, visti gli altissimi livelli d’inquinamento a Londra con 14,9 milligrammi di PM 2.5 per chilometro quadro – dovrebbe comportare un aiuto di 2.000 sterline per ogni auto diesel eliminata dalla circolazione (e acquisto di un modello a basso impatto o passaggio a modalità alternative di trasporto) e di 3.500 sterline per la rottamazione dei veicoli commerciali. Il piano, fanno notare diversi esperti, finirebbe per avere un costo altissimo, oltre mezzo miliardo di sterline, e senza comprendere parallelamente altri interventi per migliorare la qualità dell’aria, come quelli sui trasporti pubblici e sulle infrastrutture. L’SSMT – l’associazione dei costruttori che corrisponde alla nostra Anfia – ha commentato attraverso il Ceo Mike Hawes di ”apprezzare la pubblicazione di una proposta governativa per migliorare la qualità dell’aria”, ma ha anche ricordato che ”i diesel Euro 6 in vendita in Gran Bretagna non sono e non possono essere sottoposti ad alcuna penalizzazione in nessuna zona del Paese”.
Il Governo britannico aveva già attuato un programma di rottamazione dei diesel nel 2009, stanziando un budget da 300 milioni di sterline per offrire un incentivo – pari a 1.000 sterline senza distinzioni – a chi sostituiva o toglieva dalla circolazione un’auto o un furgone di tipo ‘inquinante’. Attualmente, tra le proposte che arrivano dai palazzi governativi, vi è anche l’arrivo, per la fine dell’anno, del cosiddetto Clean Vehicle Retrofit Accreditation Scheme che prevede incentivi per un non meglio precisato ”sistema di retrofit da applicare a veicoli già in circolazione e che ”secondo le valutazioni di un ente indipendente fornirà i benefici attesi”.