Questi primi cinque mesi del 2017 hanno visto l’uscita del Regno Unito dall’Ue con la Brexit, l’elezione del presidente Trump alla Casa Bianca, un crescendo di situazioni ingestibili nella Turchia di Erdogan, ed ora ecco Parigi che sorprende tutti andando controcorrente: Emmanuel Macron conquista l’Eliseo con il 65% dei voti.
Il neo presidente non è soltanto un talentuoso trentanovenne che rappresenta il nuovo nel panorama politico francese nè il tecnocrate uscito dall’Ena e dalla Rothschild Bank, ma colui che trasversalmente incarna una sorta di antidoto al populismo.
E’ ideologico e pragmatico insieme il più giovane presidente che la Francia abbia mai avuto. Le riforme con le quali vuole cambiare il suo Paese hanno poco a che fare con l’indulgenza. Il programma di trasformazione sarà radicale.
Occorre restaurare la dignità ha detto più volte, è necessario dare eguaglianza alle opportunità di ciascuno. Le riforme partiranno dalla formazione e dalla scuola, con la drastica riduzione del numero degli alunni per ogni classe alla primaria (dodici) e con l’aumento proporzionale degli insegnanti, che dovranno essere preparati assai meglio e pagati di più.
L’idea, che i suoi avversari politici giudicano come vuoto pneumatico, è quella di ricostituire dalle basi un sistema che molto ha dato, ma che oggi si rivela altresì logoro e inadeguato. Soprattutto incapace di guardare concretamente ai cambiamenti demografici, sociali e culturali.
Educazione quindi, ma anche sostenibilità, ecologia, sicurezza delle città e delle periferie, moralità della vita pubblica e dei cittadini.
Il richiamo ad un servizio militare breve ma obbligatorio per tutti (ragazzi e ragazze) a 18 anni è il giro di vite ad un sistema che ha fatto dell’assenza della regola un vero e proprio sistema.
Macron vuole partire da subito con presupposti nuovi, ma i risultati saranno graduali, dice, perché da umanista sa che le cose da rifondare hanno bisogno di tempo, un po’ come quando si scrive una pagina nuova o quando si gettano le fondamenta per costruisce una casa.
Ieri sera al Louvre di fronte ad un mare di folla il presidente ha detto: “Chi affermava ‘non è possibile’ non conosce la Francia”. “Voglio esprimere un pensiero per Marine Le Pen: non fischiate. La rabbia e la collera vanno ascoltate. […]” “Farò di tutto affinché nei prossimi anni non ci sia nessun motivo per votare per gli estremi – ha aggiunto -. La Francia e il mondo si aspettano da noi la difesa dello spirito dei Lumi, ovunque”. “Vi servirò in nome del nostro motto: Libertà, Eguaglianza, Fraternità, vi servirò sulla base della fiducia che mi avete attribuito, vi servirò con amore, viva la Repubblica, viva la Francia”.
Liberale, progressista ed europeista Macron deve ora conquistare l’intero Paese, la parte meno ottimista, contrapponendo la speranza alla paura.