L’economia sostenibile non è ancora un traguardo raggiunto per la pubblica amministrazione italiana, anche se in campo normativo il nostro Paese è all’avanguardia.
I dipendenti pubblici giudicano ancora insufficiente la sostenibilità delle pubbliche amministrazioni: sono proprio i lavoratori ad assegnare un voto che non raggiunge neanche il 5 alle politiche vigenti nei loro uffici in merito a questa tematica.
I dipendenti pubblici, dunque, con un voto medio pari a 4,9 (in una scala da 1 a 10), bocciano la sostenibilità nella Pubblica amministrazione da cui invece potrebbe partire la “green revolution”. E’ quanto emerge dall’indagine di Forum PA “Pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, che ha interpellato un panel di circa 700 dipendenti pubblici (e 100 privati) su quanto siano “green” le loro organizzazioni e quanto sostenibili le proprie scelte di consumo sul luogo di lavoro.
Tra i vari enti, le Regioni ottengono il risultato migliore, ma comunque al di sotto della sufficienza, con una valutazione media di 5,3. Proprio a queste, il Pan Green Public Procurement (il Piano d’Azione per la sostenibilità dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione) assegna “un ruolo strategico imponendo di includere gli appalti verdi e sostenibili nella normativa regionale e di settore, oltre che nei programmi di spesa”.
Nelle opinioni degli intervistati “quella del Green Public Procurement non è tanto un’occasione per far risparmiare (individuata dal 5,5% degli intervistati), né solo uno strumento per diminuire l’impatto sull’ambiente dei consumi pubblici (34,4%), ma è soprattutto la miccia per dare impulso ad un’economia e ad una crescita sostenibile come individua oltre metà del campione (56,8%)” spiega Forum PA. L’Amministrazione Pubblica, poi, deve definire un programma di formazione e sensibilizzazione sui temi degli “acquisti green” rivolto “a tutto il personale”, secondo l’82,7% degli intervistati e non solo agli amministratori (11,5%) o solo al personale coinvolto nel processo d’acquisto.
“Il passaggio a un’economia sostenibile – ha commentato Gianni Dominici, direttore di Fpa – richiede un salto culturale forte. Da un lato è necessario dotare le pubbliche amministrazioni di competenze e strumenti adeguati, dall’altro ne va rafforzato il ruolo propulsivo e di sensibilizzazione rispetto alle scelte di consumo e produzione di cittadini e imprese, primi fra tutti i propri dipendenti. 14 occupati su 100 in Italia sono impiegati pubblici con proprie abitudini di consumo nell’attività lavorativa quotidiana. Se le amministrazioni saranno trainanti nel promuovere e incentivare i comportamenti sostenibili nei luoghi di lavoro, proprio dal settore pubblico potrà venire la ‘green revolution’”.