Roma Best Practices Awards, sottotitolo “Mamma Roma e i suoi figli migliori” è stato vinto da 6 magnifici progetti presentati da associazioni di cittadini che da tempo dedicano il loro impegno alla nostra città perché assomigli un po’ più a una comunità e meno a quella Roma sciatta e in decadenza, che scivola ogni anno un po’ più giù nelle classifiche nazionali e internazionali sulla qualità urbana. Oltre 160 le associazioni partecipanti, un numero almeno doppio di progetti e molte altre menzioni per le tante iniziative meritevoli di lode. La maggior parte dei progetti hanno riguardato la riqualificazione di aree verdi, di strade, di palazzi, riportati alla decenza e al decoro grazie al lavoro di giovani soprattutto, ma anche di anziani, che hanno cominciato a intervenire laddove le istituzioni da anni non arrivano, cambiando lampadine, rinnovando impianti elettrici, come il comitato “Fai bella Tor Bella”, fabbricando, sostituendo e riverniciando panchine, piantando siepi e curando la propria strada alla Garbatella e al Tuscolano, offrendo indumenti e corredini e portandoli ad altre associazioni “Salva Mamme”, che sanno come ridare, con quei vestitini usati, un sorriso a madri in difficoltà che lo hanno perso. Sono ragazzi creativi, artisti di strada che sanno scolpire dai tronchi d’albero tagliati nuovi figure; sanno dare un carattere e una vita a ciò che prima era degrado, ferita viva del corpo di una città difficile. Sono il meraviglioso papà che ha realizzato il sogno della piccola Elisa che voleva creare una biblioteca e oggi la “Biblioteca di Elisa” è una realtà, non solo al Bambin Gesù’ di Roma, ma quasi un nuovo brand in altri ospedali per bambini in varie città d’Italia.
Presenti anche delle associazioni che promuovono il lavoro di migranti coraggiosi e intraprendenti, come l’Associazione “Refugees scArt” che produce e vende borse e altri accessori fatti con plastica riciclata alla Camera dei Deputati e al Museo Maxxi di Roma, o “Barikamà”, una cooperativa di 7 ragazzi di cui 6 africani che, dopo un’esperienza di sfruttamento nei campi di Rosarno, ora produce yogurt di qualità al Casale di Martignano, dove coltiva ortaggi che vende nei mercatini biologici e attraverso i Gruppi di Acquisto Solidale in vari quartieri di Roma, o Casa Africa, che con la sua Scuola di Italiano gratuita offre la conoscenza della lingua insieme a occasioni di crescita culturale, integrazione e introduzione alla vita democratica, attraverso visite guidate presso le istituzioni come il Comune, il Quirinale e scuole romane.
Insomma, Roma Best Practices ha premiato cittadini che si fanno istituzioni, vere istituzioni di prossimità, che amano il proprio territorio e credono che essere cives significa dare il proprio contributo per la costruzione di opportunità per chi non ne ha avute e non ne ha. Insomma premi ben assegnati, almeno stando a quanto è stato illustrato venerdi’ scorso nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre, che è e vuole essere una struttura territoriale che, posizionata negli spazi dell’ex Mattatoio di Roma, ha fatto della rigenerazione urbana la sua cifra e vuole contribuire alla crescita dello spirito di comunità di questa città, tanto più necessario, quanto più il mondo, l’economia, le famiglie e i quartieri si globalizzano e si tingono di mille colori, ma si confrontano anche con altrettante sfide, incertezze e complessità. Ora per queste associazioni un nuovo impegno, quello del Roma Village dal 25 aprile al 1 Maggio, si ritrovano a Piazza Mazzini per far conoscere ai tanti cittadini romani le proprie attività, stimolando nuove idee, progetti e relazioni, perché, come spesso si fa notare, i romani sono sempre scanzonati, pronti ad una critica sagace e pungente, ma in fondo…. “c’hanno er core grande”!