Il direttore del dipartimento per la produzione statistica dell’Istat, Roberto Monducci, in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento, ha rivelato che “nonostante il miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, nel 2016 non si è osservata una riduzione dell’indicatore di grave deprivazione materiale, corrispondente alla quota di persone in famiglie che sperimentano sintomi di disagio. Secondo i dati provvisori del 2016, tale quota si attesta all’11,9%, sostanzialmente stabile rispetto al 2015″.
I minori che nel 2016 risultano in condizioni di ”grave deprivazione” sono 1.250.000 pari al 12,3% della popolazione con meno di 18 anni. ”Tale quota risulta in lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti”.
”Sappiamo che il governo ha messo in campo una serie di provvedimenti importantissimi per quanto riguarda la lotta alla povertà”, continua il direttore del dipartimento e, in particolare, nell’ultimo anno questo indice ”peggiora soprattutto per le persone anziane: la percezione degli anziani sta aumentando”.
Nel 2016 la situazione del mercato del lavoro è “ancora sfavorevole per la fascia di età tra 25-34 anni’”. La quota di giovani che ha trovato lavoro nel periodo “è più bassa rispetto sia a quella registrata nello spesso periodo dell’anno precedente sia a quella di due anni prima”.
Per gli under35 senza lavoro trovare un posto risulta sempre più difficile. “Nel primo trimestre abbiamo una forte turbolenza sul piano produttivo che implica un’accelerazione”, fa presente Monducci. Quindi, aggiunge, “potremmo avere un problema nel primo trimestre ma lo scenario in corso d’anno è positivo” e rende “plausibile” una “progressiva accelerazione” per raggiungere il target di crescita dell’1,1% del Prodotto interno lordo.
Ricapitolando, risulta “necessaria una promessa di tassi di crescita rilevanti, significativi, in corso d’anno”, sottolinea nel corso dell’audizione. Si segnala inoltre che “una crescita nel primo trimestre in linea o inferiore a quella osservata negli ultimi tre mesi del 2016”, ovvero dello 0,2%, “richiederebbe, ai fini del raggiungimento degli obiettivi indicati dal governo per il 2017, una accelerazione dei ritmi di espansione nei trimestri successivi”.