Anche nel 2017 La Corte dei Conti certifica quello che, per i comuni, è ormai un trend: tariffe più alte e meno servizi. Dal trasporto pubblico locale all’assistenza ai minori alle famiglie in difficoltà, con un ampliamento preoccupante del divario Nord-Sud. E’ l’effetto della crisi e del taglio dei trasferimenti pubblici agli enti locali, costretti in questi anni, secondo la Corte dei Conti, a limitare le spese e di conseguenza l’offerta ai cittadini. Insomma, tariffe più alte in cambio di servizi peggiori. Negli ultimi anni la crisi ha pesato e “l’erogazione di servizi alle famiglie ha risentito delle difficoltà finanziarie degli enti locali che, da una lato, hanno cercato di limitare la spesa e, dall’altro, hanno tentato di accrescere le entrate diverse dai trasferimenti, tra le quali un peso non secondario è legato ai proventi incassati come corrispettivo del servizio offerto”. A rilevarlo è la Corte dei Conti nel rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica, evidenziando “una contrazione dell’offerta e un ampliamento dei divari territoriali”.
Eppure gli amministratori denunciano da tempo le difficoltà di bilancio degli enti locali: “Abbiano già fatto sacrifici importanti per contribuire al risanamento dei conti nazional”. Ma il peso eccessivo dei tagli imposti dal governo al sistema delle autonomie locali mette in ginocchio i bilanci degli enti locali e quindi le fasce più deboli della società.
Nel trasporto locale, ad esempio, tra il 2008 e il 2014 si è assistito ad una diminuzione media del servizio superiore al 7% (in termini di posti/1000km), risultato di una sostanziale stabilità nelle regioni settentrionali e di una contrazione del 15% nel Meridione. Parallelamente si registra una contrazione della domanda (-28% al Sud a fronte del -2% al Nord). Nello stesso periodo, il servizio idrico vede una perdita di efficienza – su tutto il territorio nazionale – in termini di erogazione dell’acqua e un limitato progresso nella regolarità della fornitura che, ancora una volta, nota la Corte dei Conti, penalizza alcune regioni del Sud.
Anche l’offerta di servizi sociali, misurata dalla spesa pro-capite reale, subisce una contrazione negli anni della crisi, particolarmente penalizzante proprio per la tipologia di servizi offerti e dei cittadini a cui sono rivolti. Ampi, anche in questo caso, i divari territoriali. Ad esempio, per le strutture residenziali dedicate a famiglie e minori, il servizio è offerto a livello nazionale dal 71% dei Comuni, cifra che sale all’89 circa al Nord, mentre scende al 40% circa al Sud e nelle Isole. Diverse le considerazioni nel caso della gestione dei rifiuti. In questo caso, la Corte sottolinea una riduzione della produzione di circa il 9% tra il 2007 e il 2014, conseguente alla crisi economica e alla ridotta dinamica dei consumi che ne rappresentano la principale determinante, ed evidenzia progressi in termini di quota di rifiuti riciclati, che aumenta dal 30 al 45%. Un miglioramento che riguarda tutte le aree territoriali, comprese le regioni meridionali che passano dal 10% della metà degli anni duemila al 31,3 del 2014.