L’utilizzo dei voucher in modo improprio potrà determinare ”la trasformazione del rapporto di lavoro in natura subordinata a tempo indeterminato”. La sanzione è contenuta nel testo unico, che riscrive le modalità di utilizzo dei buoni di lavoro, adottato dalla commissione Lavoro della Camera che martedì inizierà l’esame del disegno di legge. E’ inoltre prevista la multa amministrativa pecuniaria, che può variare da un minimo di 600 euro a un massimo di 3.600 euro.
“Abbiamo adottato nel comitato ristretto il testo unificato sulla modifica alla disciplina sui voucher, martedì lo porteremo in commissione Lavoro della Camera per farlo adottare e cominciare l’esame”. Così il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd). Il limite delle categorie di lavoratori che possono svolgere prestazioni di lavoro accessorio e quindi essere pagati in voucher varrà solo per le imprese con zero dipendenti e non anche per le famiglie. Le prime infatti potranno pagare in voucher solo “disoccupati, pensionati, studenti under 25, disabili e soggetti in comunità di recupero e lavoratori stranieri provenienti da paesi extra Ue con permesso di soggiorno e disoccupati da oltre 6 mesi”.
Sia le famiglie che le imprese senza dipendenti dovranno attenersi a un tetto di spesa in voucher di 3.000 euro annui. Così si legge nel testo unificato adottato dal comitato ristretto della commissione Lavoro della Camera sulla disciplina dei voucher che cita: “ciascun committente può avvalersi delle prestazioni occasionali (in voucher ndr) per un valore non superiore a 3.000 euro annui”.
Le attività lavorative pagate in voucher, sia dalle imprese che dalle famiglie, “non potranno dar luogo a compensi superiori a 5000 euro nel corso di un anno civile. Fermo restando il limite complessivo di 5000 euro, le attività lavorative possono essere svolte a favore di ciascun singolo committente per compensi non superiori a 2000 euro annui”. La situazione quindi potrebbe tornare a essere quella vigente prima del Jobs Act, che aveva portato il limite massimo del compenso che un lavoratore può guadagnare nell’anno in voucher da 5000 a 7000 euro. Resta invece invariato, sui 2000 euro annui, il compenso massimo che un lavoratore può ricevere in voucher da un singolo committente.
Il valore nominale di un singolo voucher “è fissato in 10 euro per i committenti non imprenditori e professionisti, in 15 euro per gli imprenditori e i professionisti(che non abbiano lavoratori alle proprie dipendenze ndr)”.