Io penso che i voucher vadano modificati, drasticamente limitati e usati dalle famiglie per piccoli lavoretti e non dalle imprese che hanno i contratti di lavoro e devono usare quelli”. Queste le parole del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, durante una conferenza stampa sulle attività ispettive.
Il ministro sottolinea: “le norme sui voucher sono state sistematicamente modificate da tutti i governi e parlamenti. Noi- rivendica- non abbiamo compiuto atti che ne ampliassero l’utilizzo anzi l’opposto”.
A chi gli fa notare che è stata aumentata la soglia da 5 a 7.000 euro annui, Poletti risponde: “Sì ma ne abbiamo vietato l’uso negli appalti e abbiamo introdotto la tracciabilità”. Poletti quindi evidenzia la necessità di modificare l’uso dei voucher perché “è risultato lecito un utilizzo che non è giusto e logico. Per questo credo che vadano drasticamente limitati e utilizzati dalle famiglie per piccoli lavoretti e non dalle imprese”. Prosegue: “Il Parlamento ha incardinato una discussione, noi ci confrontiamo con la Commissione Lavoro della Camera, è bene che il Parlamento svolga la sua attività”. Rispetto infine ad un incontro previsto per domani a Palazzo Chigi su questo tema Poletti parla di “riunione tecnica”.
Su questa falsariga il governo va verso un drastico ridimensionamento nell’uso dei voucher e studia un ventaglio di opzioni, tra le quali un allentamento dei vincoli del contratto di lavoro a chiamata. È quanto si apprende in vista dell’incontro a Palazzo Chigi sui buoni lavoro che dovrebbe svolgersi oggi. Al momento ci sono almeno tre ipotesi sul tavolo per i buoni lavoro che saranno limitati al lavoro occasionale. Primo, limitarne l’uso alle famiglie e alle imprese che non hanno dipendenti (artigiani, ecc..). Secondo, ridurre fortemente l’uso dei voucher ma allentare i vincoli del lavoro a chiamata, possibilmente estendendolo a tutte le fasce di età e abolendo il divieto per i lavoratori di età compresa tra i 25 anni e i 50 anni. Abbattere questo vincolo potrebbe infatti essere un compromesso ragionevole che eviterebbe gli abusi dei voucher, visto che si tratta di un contratto di lavoro normale (ma con la caratteristica della precarietà) che avrà quindi costi più alti per le imprese ma anche un migliore impatto sul reddito del lavoratore. Terza opzione, il ritorno alla Legge Biagi come prevede la proposta Damiano. Tre opzioni tutte fortemente limitative rispetto alle disposizioni attuali sui voucher. Una risposta, quella che sta preparando il Governo, che servirebbe anche a disinnescare il referendum proposto dalla Cgil e a togliere così un nodo politico rilevante dal tavolo.