Arriva una sorta di ‘censimento’ sulle tipologie di lavoro nella P.a. Lo prevede la riforma Madia, attesa al prossimo Cdm. Le amministrazioni saranno obbligate a comunicare i dati richiesti, pena il blocco delle assunzioni. Le novità sono contenute nell’ultima bozza di riforma, in cui si legge che lo schema del conto annuale del personale sarà potenziato “per consentire l’acquisizione delle informazioni riguardanti le professioni e le relative competenze professionali, nonché i dati correlati ai fabbisogni”.
Nella bozza del Testo unico del pubblico impiego è prevista l’assunzione per chi ha maturato almeno tre anni di servizio con contratti a tempo determinato, anche non continuativi negli ultimi otto anni, quindi a partire dall’anno 2009-2010, previa selezione concorsuale. E’ la platea di lavoratori precari della Pa a cui si rivolge il piano straordinario di assunzioni per il triennio 2018-2020, nell’ultima bozza del Testo unico del pubblico impiego.
Stesso arco temporale e regole analoghe riguardano le procedure concorsuali riservate, in misura non superiore al cinquanta per cento dei posti disponibili, al personale non dirigenziale che, alla data di entrata in vigore del decreto, sia in possesso dei seguenti requisiti, ovvero “sia in servizio con contratti di lavoro flessibile presso l’amministrazione che bandisce il concorso” e “abbia maturato alle dipendenze dell’amministrazione che bandisce il concorso almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni”.