Le riforme contenute nel decreto vengono definite come un “nuovo modello d’accoglienza” dal governo che ha presentato il testo qualche giorno fa in consiglio dei ministri.
Costerà 13 milioni di euro realizzare i nuovi Centri di permanenza per i rimpatri previsti dal decreto Minniti-Orlando pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Per le spese di gestione dei centri è previsto uno stanziamento di 3,8 milioni di euro nel 2017, 12,4 nel 2018 e 18,2 a decorrere dal 2019.
Il decreto autorizza poi uno spesa di 19,1 milioni di euro per il 2017 allo scopo di garantire l’esecuzione delle procedure di espulsione degli stranieri irregolari, “anche in considerazione dell’eccezionale afflusso di cittadini stranieri provenienti dal Nord Africa”. I fondi verranno prelevati dal programma Fami-Fondo Asilo, migrazione e integrazione cofinanziato dall’Unione europea.
Il testo, ha spiegato il premier Paolo Gentiloni, rende “più rapidi i processi di concessione del diritto d’asilo ai rifugiati, più trasparenti i meccanismi di accoglienza facilitando i rimpatri”. Tra i punti previsti, ha spiegato il ministro dell’Interno, Marco Minniti, la soppressione di un grado di giudizio per i ricorsi contro il diniego della domanda d’asilo, l’assunzione di 250 specialisti per rafforzare le Commissioni d’asilo, l’utilizzazione volontaria gratuita per lavori socialmente utili dei richiedenti e la creazione di Centri permanenti per il rimpatrio in ogni regione per complessivi 1.600 posti.