Si è chiuso alla fine di dicembre 2015 l’esercizio sociale che ha visto la realizzazione dell’Expo, sul tema “Nutrire il pianeta, energie per la vita”. Dal Rapporto della Corte dei conti vediamo come l’evento abbia prodotto ricavi per più di 427 milioni di euro, a fronte di oltre 21 milioni e mezzo di titoli di ingresso emessi. Il totale dei ricavi della società Expo 2015 Spa, che ha curato la progettazione e la realizzazione delle opere, nonché la realizzazione complessiva dell’evento, comprensivi delle vendite di prodotti e prestazioni di servizi, è stata pari a 740 milioni di euro, di cui circa 218 milioni per le sole sponsorizzazioni. Dalla relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Expo 2015 effettuato dalla Corte dei conti, il patrimonio netto comprensivo delle perdite portate a nuovo e della perdita di esercizio, è pari a 30,7 milioni di euro, diminuito del 34,43 per cento rispetto al precedente esercizio (46,78 milioni) a causa delle perdite cumulate. Sulla consistenza del patrimonio netto 2015 hanno inciso, oltre alle indicate perdite e al mancato contributo finanziario da parte di due soci (66 milioni), anche le mancate coperture degli oneri connessi all’innalzamento dei livelli di sicurezza (14,1 milioni), al programma volontari (7,1 milioni) e all’operatività delle aree a parcheggio aggiuntive nella zona di Cascina Merlata (15 milioni), il tutto per un totale di 102,2 milioni di costi ulteriori, cui la società ha provveduto con risorse proprie.
L’esercizio 2015 si è chiuso con una perdita di 23,8 milioni di euro, sensibilmente inferiore a quella verificatasi nel 2014, pari ad oltre 45 milioni di euro, ma che riflette le originarie carenze strategiche e le disfunzioni. Ciò anche a causa del complesso sistema di governance, nel quale ha operato la società di Expo, con la compresenza di diversi ambiti decisionali e di soggetti attuatori, senza trascurare gli effetti distorsivi sulle ordinarie regole della concorrenza, causati dall’urgenza nella realizzazione dei lavori e dei servizi necessari alla realizzazione del sito espositivo. La Corte dei conti ha inoltre rilevato criticità significative dalla fase di start-up della società, con particolare riferimento alle modifiche normative intervenute con i decreti attuativi dal 2008 al 2010, sul riparto dei finanziamenti e delle opere ai rapporti con la Società Arexpo, oltre che dal mancato apporto finanziario di due soci, coperto solo in parte da rifinanziamenti.
Durante il semestre espositivo sono stati realizzati circa 5.000 eventi, di cui un’ottantina rappresentati dagli spettacoli organizzati da maggio a fine agosto, per cinque giorni a settimana, da una compagnia olandese di fama internazionale. Altri eventi, come il World Food Day, hanno visto la partecipazione del Presidente della Repubblica italiana e del Segretario generale delle Nazioni Unite, mentre la Carta di Milano, con oltre un milioni di firme raccolte, ha costituito il protocollo sulla nutrizione finalizzato all’assunzione di responsabilità da parte dei governi e delle istituzioni internazionali in tema di alimentazione, con l’obiettivo di garantire un futuro più equo e sostenibile. Altre iniziative, come We women for Expo, Progetto scuola e Feeding Knowledge, hanno sviluppato mostre, incontri, ricerche, dibattiti e concorsi sul tema dell’alimentazione. Dopo la chiusura dell’evento espositivo e dell’esercizio finanziario, la Società è stata anticipatamente sciolta e posta in liquidazione il 9 febbraio 2016 dall’Assemblea dei soci, che ha al tempo stesso autorizzato l’esercizio provvisorio nominando un collegio composto da cinque liquidatori con il compito di predisporre il progetto di liquidazione tenendo conto del valore dell’azienda e del sito Expo 2015, realizzando le sinergie auspicate e sviluppando le potenzialità medio tempore riconosciute per un ulteriore utilizzo del sito. Il progetto è stato approvato nel luglio 2016.