Ingegnere, compositore, pastore evangelico, ex tassista, missionario, cantante gospel, senatore: indubbiamente un personaggio singolare. E’ il nuovo Sindaco di Rio de Janeiro, tal Marcelo Crivella. Lo descrive così Sara Gandolfi su Il Corriere della Sera. Ma si definisce meglio lui stesso: “Sono stato creato per lottare e vincere, senza paura, per prevalere come la luce sulle tenebre. Io vincerò”. Non c’è che dire, proprio una persona modesta (Sic!). Parole profetiche le sue, perché in effetti alle elezioni dello scorso ottobre ha incassato il 59% dei voti “asfaltando” il candidato della sinistra. L’ex vescovo della Chiesa Universale del Regno di Dio è riuscito a conquistare il consenso dei poveri e degli emarginati della città carioca, pur essendo un politico di lungo corso che si è barcamenato nei meandri del potere per oltre vent’anni. La sua forza, però, risiede nella potente lobby degli evangelici (88 deputati e 3 senatori in Parlamento), cresciuti del 61% in circa un decennio a spese dei cattolici, ancora la confessione maggioritaria in Brasile. Di quest’ultimi, l’opinione di Crivella è pessima: “La Chiesa cattolica e altre fedi cristiane predicano dottrine diaboliche e adorano gli idoli”. Ma qual è il suo programma politico e di governo di una metropoli di 6 milioni di abitanti, assillata dalla violenza, ma anche simbolo della gioia di vivere, delle belle fanciulle dalla pelle biscottata e dalle forme procaci, nonché della forza trascinante del Samba?
Le dichiarazioni rilasciate in varie occasioni fanno venire letteralmente i brividi. Concetti del tipo: “Gli omosessuali sono vittime di spiriti immondi che li odiano e cercano di distruggerli”. “ No all’aborto. Il popolo ha detto no alla legalizzazione, no all’ideologia di genere nei bambini. No, no, no”. Quanto alla gestione della cosa pubblica – resa più ardua da una recessione pesante che ha tagliato il 3,5% del Pil per due anni consecutivi – oltre agli scontati appelli a Dio e ai valori della famiglia, Crivella propone una cura lacrime e sangue: “La parola d’ordine è austerità. Proibito sprecare”. Dunque, tagli e risparmi senza tregua. Vedremo se il Sindaco ex pastore evangelico riuscirà a salvare Rio de Janeiro, magari con l’aiuto del Redentore. Una cosa è certa nell’era dell’incertezza: solo in un mondo liquido poteva accadere che un personaggio del genere assurgesse a una carica così importante (anche se la Storia non ci ha fatto mancare sorprese simili) con buona pace di Zygmunt Bauman.