In Italia il numero dei minori non accompagnati è triplicato negli ultimi anni; necessario è fare il punto sulle politiche di accoglienza, interrogando operatori del settore, decisori politici ed esponenti della finanza a impatto sociale.
Su questo tema nella mattinata di martedì 15 novembre, presso la Pontificia Università Lateranense, KPMG Advisory S.p.a., CENSIS e IPRS, con il patrocinio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, hanno presentato un workshop dal titolo “Garantire il benessere dei minori stranieri non accompagnati: modelli di innovazione sociale e finanziaria”.
Le motivazioni e l’obiettivo dell’iniziativa sono stati la valutazione del sistema di accoglienza e inclusione dei minori non accompagnati (MSNA) mettendo a confronto le attuali istituzioni coinvolte e i possibili sviluppi legati alla partecipazione di nuovi attori per il finanziamento e l’analisi degli impatti sociali del sistema stesso.
Il fenomeno dell’immigrazione è complesso e s’inscrive in un contesto internazionale dominato da importanti squilibri socio-economici; nell’emergenza migranti, quello dei minorenni è un capitolo allarmante e delicato poiché questi necessitano di sostegno e assistenza adeguata.
Le diverse amministrazioni, centrali e locali, sono chiamate ad avere un ruolo attivo, affrontando una sfida impegnativa e mettendo in atto un processo concreto che garantisca accoglienza e sensibilità civile a chi arriva nel nostro Paese a seguito di esperienze drammatiche.
Durante il workshop, fra i vari interventi quello del Prefetto Mario Morcone – Capo Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione Ministero dell’Interno – il quale ha presentato il quadro legato alle prospettive e le criticità del sistema di accoglienza.
Il Prefetto ha riferito che: “Ad oggi il numero dei minori presenti sul nostro territorio è di 23510, mentre due anni fa era la metà. Grazie alla stretta alleanza fra il Ministero e l’associazione dei Comuni italiani sono state costruite delle strutture di prima accoglienza; ma il sistema è in affanno – ha poi proseguito – Si ha la consapevolezza che il modo di fare accoglienza negli anni non è più sostenibile e non corrisponde allo scenario attuale. Siamo partiti da riferimenti normativi che si riferivano al sociale in genere o a situazioni specifiche, garantendo un percorso assistito. Ora, vorremo garantire un servizio così strutturato anche ai minori non accompagnati. Bisogna creare strutture con servizi diversi e più adeguati a chi ha già alle spalle un percorso di sofferenza, cercando di garantirgli delle opportunità”.
Nel corso dei lavori sono state valutate le possibili soluzioni verso quella che è considerata una delle sfide di più difficile risoluzione, analizzando e promuovendo il ruolo dell’impresa e della finanza in merito all’immigrazione. La finanza a impatto sociale potrebbe offrire soluzioni innovative, migliorando la qualità dei servizi sociali, investendo sui migranti e considerandoli parte attiva nel processo di sviluppo economico. Un approccio fondato sui diritti cercando di uscire dall’ottica dell’emergenza, guardando a un sistema di welfare unito all’impresa e a un modello di integrazione che vede il coinvolgimento di più attori fra pubblico e privato.
Una mattinata densa di significato ed emozione in cui non sono mancati momenti e opportunità di riflessione sulle difficoltà e le emergenze sociali. Si è cercato di tracciare delle linee guida di innovazione sociale coinvolgendo il mondo dell’impresa e della finanza, con l’intento di guardare alle difficoltà come a delle opportunità di crescita.