Siamo di fronte a un esempio della famosa massima ‘Summum ius, summa iniuria’? Multato per aver potato delle piante, lavorando gratuitamente per quello stesso comune che è stato chiamato dagli elettori ad amministrare. «Pensavo che fare un’opera di volontariato per il mio paese fosse un gesto di generosità civica», dice con l’amaro in bocca Massimo Caravaggio, primo cittadino di Gombito, comune di 630 anime in provincia di Cremona. E invece è arrivata la burocrazia e una multa da tremila euro.
Lui è un artigiano abituato ad arrangiarsi e a inventarsi sempre qualcosa per superare gli ostacoli. Applicando lo stesso modo di fare alla politica e visto che le casse del Comune erano vuote, a potare gli alberi e sistemare i giardini del paese ci ha pensato personalmente. Un eccesso di volontariato pagato a caro prezzo da Massimo Caravaggio, 45 anni, laureato in Ingegneria elettronica e lavoratore in proprio (installa e ripara impianti di climatizzazione e refrigerazione), dal 2014 sindaco di Gombito: dovrà sborsare 3.000 euro di multa perché non sarebbero state rispettate le condizioni di sicurezza.
Al centro del contenzioso c’è un intervento di manutenzione nel parco cittadino. «Bisognava tagliare una decina di piante, i rami coprivano i giochi dei bambini — dice il sindaco —. Lo so bene che la via classica sarebbe stato affidarsi a una ditta o una cooperativa, ma il bilancio dell’ente piange e così, con l’unico intento di far risparmiare soldi pubblici, mi sono rimboccato le maniche». Non è la prima volta che succede: nel 2015 Gombito è stato premiato da Legambiente come comune riciclone (classificandosi 9° tra i piccoli centri in provincia e 43° in Lombardia) e ogni anno il sindaco veste i panni del cuoco per preparare e servire, con i suoi colleghi di giunta, i pasti in occasione della «Festa dei nonni», gli anziani del paese riuniti presso l’asilo. «L’ultima volta erano 52». «A marzo il primo cittadino, con l’assessore all’Urbanistica Primaldo Saldi e il cantoniere comunale, si è armato di motosega, scale e guantoni. «Abbiamo sfrondato le piante nel tempo libero, per quattro sabati consecutivi e utilizzando unicamente le nostre attrezzature. Tutto gratis. Non è stata una passeggiata».
Ma il risultato finale non è piaciuto al consigliere comunale d’opposizione Chiara Baini, 28 anni, di professione educatrice. «Sono stata io a sollevare il caso segnalandolo all’Ispettorato del lavoro e all’Ats (l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ndr)». Mentre l’Ispettorato non ha dato seguito alla vicenda, l’Ats ha sanzionato Caravaggio con 3.000 euro per il mancato rispetto delle condizioni di sicurezza. «Non solo: una betulla è morta, altre piante sono sul punto di esserlo. In una parola, il parco è stato rovinato», accusa l’anti sindaco. Lui, Caravaggio, non ama i riflettori ma protesta quando viene tirato in ballo il verde. «Si può discutere sulla qualità di quell’operazione, ma non è vero che il giardino è stato distrutto. Gli alberi non stati abbattuti ma potati e ricresceranno». Prima, però, dovrà pagare la multa. «Lo farò senza polemizzare e, ovviamente, di tasca mia. Forse sono stato ingenuo, ma chiamare un’impresa esterna sarebbe costato 2.000 euro. Come minimo».
La beffa è compensata «dalla solidarietà, tanta e bipartisan, da e fuori provincia, che sto ricevendo dai miei colleghi». Un episodio che è arrivato fino all’Associazione nazionale comuni italiani, che ha scritto una lettera al ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, per esprimere preoccupazione per l’accaduto.
Suo malgrado, è diventato un simbolo dell’Associazione nazionale dei Comuni. «Non entro nel merito della questione potatura sì-potatura no, ma fare il sindaco oggi significa correre il rischio di essere accusati delle cose più turpi. Bisogna, invece, ridare dignità a questa figura», dice Pier Attilio Superti, direttore di Anci Lombardia. L’Associazione ha invitato Caravaggio all’incontro, il 7 novembre, alla Camera con la presidente Laura Boldrini Tema: il ruolo del sindaco. Il primo cittadino-giardiniere ci sarà. «E il biglietto del treno ce lo metterò io».
«Un sindaco – scrive l’Anci – soprattutto se di un piccolo Comune, è prima di tutto un volontario civico. Una persona che vive ogni giorno (gratuitamente o quasi) al servizio della propria comunità e ne assume le relative responsabilità con il solo scopo di renderla migliore, più vivibile, più accessibile e più efficiente. Un sindaco, di norma, non si tira indietro se bisogna salvaguardare la propria comunità e lo fa anche andando oltre e, rimboccandosi le maniche, compie azioni che non gli competono direttamente per il ruolo rivestito ma che riguardano il Comune, quale presidio pubblico fondamentale. Questo avviene anche perché le risorse finanziarie sono notoriamente limitate e insufficienti, il personale è esiguo e i lavori da fare a dir poco molteplici». «Chiediamo – conclude l’Anci – un gesto responsabile di attenzione, di solidarietà, di intervento risolutivo verso il sindaco del Comune di Gombito e verso tutti quei sindaci che, come lui, non rinunciano a vivere quotidianamente la propria funzione quale Servizio alla Comunità che li ha eletti».
L’Anci ha inviato la stessa lettera al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, al direttore dell’Inail di Cremona e al prefetto Paola Picciafuochi.