Qualche anno fa ci provò il comune di Sassuolo che introdusse la segnaletica “dialettale” con la scritta Sasòl e il riferimento al gemellaggio con il Comune di Irsina. I cartelli furono istallati nel 2009 dalla giunta Caselli, non senza uno strascico di polemiche dovuti al significato politico di questa iniziativa del centrodestra. Gli stessi Cartelli furono poi rimossi dalla giunta successiva che li sostituì con quelli in inglese. Ora, dopo diverse esperienze in tutta l’Italia, ci prova il Veneto.
La segnaletica dei nomi dei Comuni e delle varie località venete potranno essere sottotitolati in “lingua veneta“, utilizzando la “grafia unitaria” individuata dalla specifica commissione istituita dalla Regione. Lo annuncia l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari, convinto che “la lingua veneta non è secondaria rispetto alla lingua italiana“. La commissione per la Grafia veneta unitaria e la Toponomastica si è riunita in questi giorni, spiega l’assessore, “ha affrontato i problemi della grafia dei fonemi da applicare alla toponomastica”, e “ha elaborato una proposta di grafia unitaria che a breve presenterò alla Giunta regionale per l’approvazione formale”. E una volta che la Regione avrà stabilito che la grafia veneta unitaria va bene, gli enti locali potranno finalmente aggiungere i nomi veneti ai cartelli stradali. Del resto, come sostiene Corazzari, “anche la toponomastica, dando spazio agli usi linguistici locali, contribuisce a rafforzare il concetto di identità veneta”.