Il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita per l’Italia nel suo World Economic Outlook, appena presentato a Washington, smentendo i numeri presentati dal Governo. Secondo l’autorevole istituto, quest’anno il Pil italiano crescerà lo 0,8% e il prossimo lo 0,9%, mentre il Def ipotizzava un +1% nel 2017. Al di là dei decimali, in più o in meno, il dato di fondo non cambia: la crescita dell’economia italiana è la più bassa fra quelle dei paesi più avanzati. La Germania è accreditata rispettivamente di un +1,7% e di un +1,4%; la Francia dovrebbe arrivare a un +1,3% in entrambi gli anni; la Spagna dovrebbe fare ancora meglio con un +3,1% e +2,2%. E anche gli altri partner del G7, con la sola eccezione del Giappone, correranno di più: Usa (+1,6% e +2,2%); Regno Unito (+1,8 e +1,1%) e Canada (+1,2% e +1,9%), mentre Tokyo si dovrà accontentare di un +0,5% e di un +0,6%. La scarsa velocità dell’economia italiana andrà a impattare al denominatore sul rapporto debito Pil che, nemmeno del 2017 riuscirà a calare, anche se è vicino alla stabilizzazione, passando dal 133,2% dell’anno in corso (132,7% nel 2015) al 133,4% del prossimo. Migliorerà, invece, il deficit tricolore che in rapporto al Pil passerà dal 2,6% del 2015 al 2,5% di quest’anno e al 2,2% del 2017. Positivi anche i risultati sul fronte del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione che, dall’11,9% della forza lavoro registrato lo scorso anno, scenderà all’11,5% nel 2016 e all’11,2% il prossimo.