La presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, chiede ufficialmente «un tagliando» alla legge sullo scioglimento dei Comuni. Lo fa da Palazzo San Macuto, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare il lavoro svolto in occasione delle elezioni comunali in programma domenica 5 giugno.
“L’attuale legge sullo scioglimento dei comuni ha bisogno di modifiche: non può valere la stessa legge per situazioni come Platì, dove dal 1900 il Comune è stato sciolto quindici volte, o San Luca che non va al voto, o per Roma che ha 3 milioni di abitanti, o per capoluoghi come Reggio Calabria”. Ha affermato la presidente della Commissione Antimafia durante la presentazione della Relazione sulla situazione dei comuni al voto alle prossime elezioni.
Per quanto riguarda la Capitale d’Italia, la presidente Bindi ha ribadito che «non ci sono le condizioni per lo scioglimento, ma nemmeno per l’assoluzione. Noi la chiamiamo la terza via. La politica locale dev’essere affiancata da organi dello Stato che abbiano dei poteri effettivi». In quest’ottica un’importante modifica alle norme sul commissariamento, su cui esiste già una proposta di legge presentata al Senato, riguarda la possibilità di intervenire, in caso di scioglimento di un Comune, anche sui dirigenti oltre che sul sindaco e sui consiglieri. «La dirigenza della Pubblica amministrazione risulta compromessa», ha scandito Bindi, «mandare a casa i consiglieri, ma non i dirigenti, significa consegnare comunque i Comuni alle mafie».