Il 59° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2025 fotografa un’Italia immersa nel digitale, ma alle prese con nuove forme di dipendenza e minacce alla qualità dell’informazione.
Media: il digitale vince, la carta crolla
L’evoluzione dei consumi mediatici è inarrestabile: internet (90%), smartphone (89%) e social network (86%) dominano la scena. I media audiovisivi tradizionali resistono, con la televisione regina al 94% e la radio al 79%. Il dato più critico riguarda i media a stampa:
- i quotidiani cartacei toccano il minimo storico con il 21% di lettori, un calo del 45% dal 2007
- i lettori di libri cartacei scendono al 40% (-5,6% in 1 anno).
L’informazione si sposta online: il 61% degli italiani usa i siti web di news, mentre youtube, instagram (78%) e TikTok (64%) sono i pilastri dell’intrattenimento visivo, sorpassando l’utilizzo di Fb tra i giovani.
L’intensità d’uso dei dispositivi non lavorativi è notevole:
- il 46% degli adulti (16-64 anni) trascorre circa 4 ore al giorno sui dispositivi digitali,
- tra gli adolescenti (16-17 anni), la quota sale al 65%
- il 63% degli italiani dichiara di sentirsi dipendente dalle tecnologie digitali, portando il 66% a sentire spesso l’esigenza di disconnettersi
Un quinto degli adulti tra i 35 e 49 anni trascorre la metà del tempo di veglia nello “spazio senza luogo del digitale”, confermando l’allarme sulla riduzione dei tempi di attenzione.
Deepfake e informazione: la fiducia cala
Con la crescita dell’informazione online, i deepfake (contenuti audiovisivi generati dall’Intelligenza Artificiale) si affermano come minaccia. Il 60% degli italiani dichiara di averne visto almeno 1 (intrattenimento o contenuti informativi manipolati), una diffusione che erode la fiducia:
- il 45% degli italiani si fida meno dei contenuti online.
- i motivi principali per cui si crede ai deepfake sono l’eccessiva fiducia nelle fonti online (36%) e l’alta qualità dei contenuti manipolati (28%).
Nonostante il telegiornale resti la fonte principale di news per il 48% della popolazione, tra i giovani le nuove fonti (motori di ricerca 24%, youtube 23%) superano i TG tradizionali.
Gli Influencer sono in declino, cresce la ricerca di autenticità
Il 71% degli italiani non ha mai seguito i macro-influencer, e il 34% ritiene che la loro capacità di influenza stia diminuendo. Cresce, in contrapposizione, la preferenza per i micro-influencer e creator che trattano temi specifici, ricercando un’esperienza più autentica e spontanea (23%).
Fonte: Censis