“Esprimiamo soddisfazione per la scelta del Governo di intervenire con una legge delega per una riforma del codice appalti organica e in un’ottica di massima semplificazione, nonché con un decreto legge per intervenire d’urgenza per sbloccare i cantieri e rilanciare gli investimenti sui territori” Così Mario Occhiuto, delegato Anci a Lavori pubblici e Urbanistica, sindaco di Cosenza.
“Da quanto si apprende si tratterebbe di due provvedimenti che potrebbero contenere tutti i punti qualificanti delle proposte già avanzate da Anci assieme ad Ance: revisione dell’attuale struttura del Codice con chiara e potenziata attribuzione ad Anac di funzioni di vigilanza, collaborazione, controllo e deflazione del contenzioso a presidio della legalità ma nello stesso tempo affidare ad un’unica fonte regolamentare l’attuazione del Codice; semplificazione delle procedure di aggiudicazione con rivisitazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa che ha creato non poche complicazioni agli operatori; progettazione semplificata (solo definitiva e non più esecutiva come già previsto dal dpr 207/2010) per tutte le manutenzioni; eliminazione dell’obbligo di indicazione della terna dei subappaltatori da parte delle imprese già in fase di gara e limitazione della responsabilità dei dipendenti pubblici che adottano provvedimenti di aggiudicazione in attuazione di pareri Anac o anche in presenza di indirizzi giurisprudenziali divergenti.
“Sottolineiamo – aggiunge Occhiuto – due punti che dovrebbero essere inseriti con decretazione d’urgenza: la reintroduzione dell’appalto integrato per la realizzazione di investimenti pubblici, consentendo alle stazioni appaltanti di ricorrere all’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori sulla base comunque ed obbligatoriamente di un progetto definitivo, considerando il fatto che quest’ultimo definisce completamente l’opera e deve essere già munito dei pareri ed eventuali autorizzazioni richieste; le semplificazioni procedurali per i piccoli comuni, soffocati da una pletora di adempimenti e regole che non hanno ragione d’essere in riferimento al valore degli appalti che gestiscono e alle ridotte risorse umane di cui dispongono: penso per loro, ad esempio, alla possibilità di individuare il rup anche tra dipendenti non di ruolo o professionisti esterni selezionati con procedure ad evidenza pubblica, o a procedure per il sottosoglia semplificate o a oneri di comunicazione semplificati per tempi e modalità”.
“Ci aspettiamo – conclude il delegato Anci – che il governo coinvolga presto Anci: saremo pronti a dare il nostro contributo collaborativo e costruttivo, ricordando peraltro di averlo offerto più volte; sarebbe opportuno che un confronto si svolgesse prima dell’emanazione del decreto d’urgenza”.