Città intelligenti in quanto sensibili. Questo il tema centrale del seminario “Smart City e Senseable City: tecnologie, partecipazione e governance”, organizzato da Anci Lombardia. Ecco perché Pier Attilio Superti, Segretario generale dell’associazione ha esordito dicendo che, “quando si parla di Smart City, dobbiamo parlare di Smart Community, al fine di unire su territori vasti servizi e uffici, anche nelle valli e nella pianura. Per l’Unione Europea la coesione territoriale è un elemento di forte attrattiva, pertanto se non riusciremo a far diventare attrattivi e smart i territori, questi saranno destinati allo spopolamento”. Superti ha poi ricordato come la Lombardia sia “una regione con 10 milioni abitanti e 1500 Comuni, che potremmo definire il settimo stato europeo. Non è vero che abbiamo più Comuni di altri Paesi – ha aggiunto – né in termini assoluti né per quanto riguarda la popolazione. Semmai il problema sta nella frammentazione che oggi caratterizza l’amministrazione e la gestione dello Stato. Di qui l’importanza fondamentale delle politiche associate e del mettere al centro della nostra azione una governance smart”. Ma che significa, al di là degli slogan, concretamente “governo intelligente del territorio? Una risposta l’ha abbozzata Stefano Manini, esperto di Ancilab sulle tematiche smart: “La disponibilità di una gran mole di dati in tempo reale rappresenta una grande opportunità per i nostri amministratori locali che possono comprendere meglio i problemi e le esigenze legate a tematiche quali la sicurezza, la mobilità urbana, la gestione dei servizi a rete e la tutela dell’ambiente”. Così le risposte cominciano a venire, fa notare Claudio Russo del Politecnico di Milano: “I due terzi dei Comuni italiani con più di 20 mila abitanti hanno attivato progetti smart, che coinvolgono 42milioni di cittadini che vivono nelle aree urbane e i 22 milioni di abitanti nelle Città metropolitane, che sono i luoghi principe per lo sviluppo delle Smart city”. Il progetto ReteComuni sulle Smart community, gestito da Anci Lombardia, è un buon esempio di questo febbrile processo di innovazione urbana in atto.
Non a caso, Paolo Testa, Direttore di Cittalia e Responsabile dell’Osservatorio nazionale Smart City, ha focalizzato le competenze di cui hanno bisogno i Comuni per affrontare l’innovazione, partendo dall’osservazione che “la prima grande necessità è quella di avere la capacità di immaginare e costruire un futuro, per poi fare un elenco di priorità da affrontare: la visione strategica sui big data, l’analisi integrata dei dati, la mappatura dei soggetti attivi in città, la costruzione di una visione condivisa della città futura, il co-design dei progetti, la ricerca di finanziamenti nella logica del blended founding e la gestione del cambiamento”. In altre parole, l’impostazione e l’implementazione dinamica della pianificazione strategica della dimensione urbana.