Nel 2017 le tariffe pubbliche sono tornate a crescere, invertendo la tendenza che si era registrata nei due anni precedenti. Fatta eccezione per i servizi telefonici (-0,8%), tutte le altre nove voci analizzate dall’Ufficio studi della Cgia sono aumentate: +7,3% per i trasporti ferroviari; +5,3% per l’acqua; +4,5% per i servizi postali del 4,5. Seguono gli aumenti dell’energia elettrica del 3,8% e del gas del 2%, dei pedaggi dell’1%, dei taxi dello 0,6% e dei rifiuti dello 0,5% e ancora dei trasporti urbani dello 0,2%. L’inflazione, invece, è salita dell’1,2%.
Aumenti che, comunque, spiega l’Ufficio studi della Cgia, non hanno nulla a che vedere con l’escalation verificatasi negli ultimi 10 anni. Infatti, se il costo della vita tra il 2007 e il 2017 è cresciuto di quasi il 15%, l’acqua ha segnato un +90%, i biglietti ferroviari un +46,4% con i servizi postali a un + 45,4%; mentre rifiuti e pedaggi/parcheggi entrambi del 40%. Nel decennio preso in esame solo i servizi telefonici hanno subito una contrazione di prezzo (-9,9%).
“Il rincaro delle materie prime avvenuto nell’ultimo anno, in particolar modo dei prodotti petroliferi, ha riacceso i prezzi di una buona parte delle principali tariffe pubbliche”, segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Cgia, Paolo Zabeo, sottolineando come “non vada nemmeno dimenticato che il blocco delle tasse locali imposto dal Governo in questi ultimi anni ha spinto molti Comuni a far cassa con le proprie multiutility, attraverso il ritocco all’insù delle tariffe amministrate”.
Sulla tariffa dell’acqua, la Cgia fa poi una necessaria precisazione: “E’ vero che gli aumenti che si sono registrati in Italia negli ultimi anni sono stati molto importanti, tuttavia – spiega Zabeo – va ricordato che il prezzo medio al metro cubo a Roma, pari a 1,63 dollari, è nettamente inferiore a tutte le tariffe medie applicate nelle principali capitali europee”.
Inoltre, “come annunciato dall’Authority per l’energia elettrica e il gas verso la fine del 2017 – ricorda il segretario Cgia, Renato Mason – a partire dall’1° gennaio di quest’anno le bollette di luce e gas sono aumentate rispettivamente del 5,3% e del 5%, provocando un incremento dei costi per una famiglia tipo di 59 euro all’anno. Va poi segnalato che – ha concluso Mason – la tanto agognata liberalizzazione del mercato vincolato, sia dell’energia elettrica, sia del gas, è slittata di un anno. Prevista inizialmente per il prossimo 1° luglio, scatterà, invece, sempre lo stesso giorno, ma del 2019”.