Con la Cop21 di Parigi in corso, il Wwf rilancia la sfida e torna a chiedere lo stop al carbone pubblicando la nuova edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’. “L’Italia rinunci al carbone, fissando una data per la chiusura dell’ultima centrale entro il 2025, come già fatto da Regno Unito e Austria”, insiste il Wwf. Nel rapporto si sottolinea che “attualmente in Italia sono in funzione 12 centrali a carbone, alcune delle quali sono vecchie, usano tecnologie obsolete e sono attive nel bel mezzo di aree urbane densamente abitate. Questi impianti, nel 2014 hanno contribuito a soddisfare solo il 13,5% del consumo interno lordo di energia elettrica, con circa 45.104 GWh, ma hanno emesso oltre 39 milioni di tonnellate di CO2, corrispondenti a quasi il 40% di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale”. È il carbone tra tutti i combustibili fossili – dice il Wwf – quello che minaccia di più la nostra salute rilasciando in atmosfera, nei terreni e nelle acque, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta, oltre a essere la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla sua combustione superano del 30% quelle del petrolio e del 70% quelle del gas naturale. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa, si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance. Secondo il Wwf, “l’Italia è il Paese che potrebbe chiudere da subito con il carbone, considerato che la potenza installata è più che doppia rispetto al picco massimo dei consumi mai raggiunto, mentre le rinnovabili hanno assunto un ruolo sempre più importante”.