L’ONU stima che entro il 2050 crescerà dal 70% all’80% la percentuale dei cittadini europei che abiterà le aree urbane. Di conseguenza, le città dovranno affrontare complesse problematiche e criticità dal punto di vista economico, culturale, sociale, organizzativo, ambientale e tecnologico. FORUM PA 2017, pertanto, ha avviato un percorso di riflessione che lega i temi della sostenibilità urbana alle sfide dell’Agenda 2030 sugli obiettivi di sviluppo in vista dell’edizione 2017 di ICity Lab, che si terrà il 24-25 ottobre prossimo. Percorso che si è articolato in diversi tavoli di discussione e di approfondimento.
In primo luogo, è emersa, nel corso dei lavori, la diversità territoriale (per dimensioni, posizione geografica e culturale) come punto di forza e fattore trainante dello sviluppo sostenibile. La ridefinizione dell’identità dello spazio urbano diviene, dunque, operazione necessaria e improcrastinabile. Occorre mettere a fuoco gli elementi caratterizzanti l’area di appartenenza, al fine di migliorare la qualità ambientale della città nella logica della gestione corretta delle risorse naturali, contribuendo così alla vivibilità, riqualificando aree destinate al declino e rivitalizzando le periferie. In tale prospettiva la digital transformation delle comunità locali può rivestire un ruolo abilitante rispetto agli obiettivi 2030 della Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile. In questo processo si riscontrano, tuttavia, rischi e lacune. In Italia, infatti, a fronte d’investimenti anche significativi sull’economia digitale non corrisponde ancora una reale possibilità per i cittadini di utilizzare questi strumenti a causa della crescita delle disuguaglianze dei redditi, dovuta paradossalmente anche alla ridotta capacità di accedere ai posti di lavoro generati dalla stessa evoluzione tecnologica. Ecco perché le pubbliche amministrazioni avvertono la necessità di inquadrare le iniziative locali in un piano nazionale di alfabetizzazione digitale che aiuterebbe a promuovere l’inclusione sociale. Una visione, questa, condivisa anche dall’Unione Europea che il 30 maggio 2016 ha approvato il Patto di Amsterdam, fissando tra le priorità dell’Agenda Urbana proprio quella della transizione al digitale.