La maggior parte degli enti locali italiani ha dichiarato di aver rispettato l’equilibrio di bilancio nel 2020, mentre nello stesso anno è aumentata in generale, dopo l’entrata in vigore del decreto-legge n.34/2019 e del decreto ministeriale relativo 17 marzo 2020, la capacità di assumere dei Comuni. Per quanto riguarda i dati sulle risorse umane, risultano in lieve diminuzione rispetto al 2019 i dipendenti in servizio a tempo indeterminato, a fronte dell’aumento dei pensionamenti (18%), che hanno interessato 27.797 lavoratori, 14.635 dei quali hanno presentato domanda di dimissioni volontarie prima del raggiungimento dei limiti di età previsti dalla legge, o per aver maturato i requisiti “quota 100”. Sono alcuni degli aspetti che emergono dal Censimento generale del personale in servizio presso gli enti locali 2020, che “fotografa” la situazione occupazionale al 31 dicembre 2020.
Curato annualmente dal dipartimento per gli Affari interni e territoriali, direzione centrale per le Autonomie locali, con il contributo della direzione centrale per i Servizi Elettorali, il censimento 2020 è articolato in capitoli corredati, in chiusura, dai dati statistici. La prima parte del documento è dedicata all’analisi della normativa che regola il rapporto di lavoro del personale degli enti locali, riferita all’anno censito, e le disposizioni specifiche sugli enti in condizioni di dissesto, riequilibrio finanziario pluriennale e anche strutturalmente deficitari, con note nei singoli capitoli che richiamano gli aggiornamenti normativi fino a novembre 2021. Il documento dedica un’analisi approfondita anche ai vincoli assunzionali, sia per fare chiarezza nell’interpretazione della materia che per individuare i criteri di quantificazione del budget a disposizione degli enti per l’assunzione di personale. Tornando ai dati, dal censimento emerge anche, tra gli altri aspetti, la diminuzione (45%) dei contratti di collaborazione di natura autonoma, come anche la diminuzione del personale a tempo determinato (24%) e di quello con contratti di somministrazione (12%). In calo anche le unità di personale dirigenziale in servizio (1%), mentre rimane una significativa prevalenza di uomini rispetto alle donne (32%). Per quanto riguarda le modalità di lavoro, si evidenzia un notevole incremento di telelavoro e di smart working, da n.2.837 a n.134.337 persone interessate.
Fonte: Ministero dell’interno