Bici come autostrade e ferrovie. Il ddl per lo sviluppo della mobilità in bicicletta, a firma del deputato PD Antonio Decaro, ottiene l’ok all’unanimità della Camera dei deputati e passa all’esame del Senato. È stata approvata ieri all’unanimità alla Camera la proposta di legge per la mobilità ciclistica, cui è stata abbinata anche una proposta di legge di Ermete Realacci per la tutela e lo sviluppo della mobilità in bicicletta ed altre analoghe. Alcune misure coinvolgono anche i livelli locali di governo: è previsto infatti che tutti i comuni, anche quelli al di fuori delle città metropolitane, predispongano dei Piani urbani della mobilità ciclistica.
Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.
Cosa prevede il ddl mobilità ciclistica
Sviluppare la mobilità ciclistica in ambito urbano, metropolitano e su percorrenze definite a livello regionale, nazionale ed europeo. Questo l’obiettivo del il disegno di legge intende centrare, attraverso un coordinamento tra lo Stato e le Regioni, chiamate a una pianificazione puntuale su base annuale.
Il Piano generale della mobilità ciclistica, triennale, contiene:
- la definizione, per ciascuno dei tre anni, degli obiettivi annuali di sviluppo della mobilità ciclistica, da perseguire in relazione ai due distinti settori (urbano e metropolitano da un lato, regionale, nazionale ed europeo dall’altro), avendo riguardo alla domanda complessiva di mobilità;
- l’individuazione delle ciclovie di interesse nazionale che costituiscono la Rete ciclabile nazionale “Bicitalia” e gli indirizzi per la definizione e l’attuazione dei progetti di competenza regionale e finalizzati alla realizzazione della Rete stessa;
- l’indicazione, in ordine di priorità, con relativa motivazione, degli interventi da realizzare per il conseguimento degli obiettivi annuali di sviluppo della mobilità ciclistica;
- l’individuazione degli interventi prioritari per assicurare le connessioni della rete “Bicitalia”, con le altre modalità di trasporto, anche attraverso la realizzazione di aree destinate all’accoglienza delle biciclette nei parcheggi, nelle stazioni ferroviarie e metropolitane, negli scali fluviali e lacustri, nei porti e aeroporti, nonché attraverso la predisposizione dei mezzi pubblici per il trasporto delle biciclette;
- il quadro, per ciascuno dei tre anni del periodo di riferimento, delle risorse finanziarie, pubbliche e private, che possono essere reperite e destinate alla promozione della mobilità ciclistica e l’individuazione delle modalità di finanziamento degli interventi indicati nei Piani della mobilità ciclistica dei comuni e delle città metropolitane;
- la ripartizione tra le regioni, su base annuale, delle risorse finanziarie destinate a interventi a favore della mobilità ciclistica;
- gli indirizzi volti ad assicurare un efficace coordinamento dell’azione amministrativa delle regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni concernente la mobilità ciclistica e le relative infrastrutture, nonché la partecipazione degli utenti alla programmazione, realizzazione e gestione della rete cicloviaria;
- l’individuazione degli atti amministrativi, compresi quelli di natura regolamentare e di indirizzo, che dovranno essere adottati per conseguire gli obiettivi stabiliti dal Piano;
- la definizione delle azioni necessarie a sostenere lo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano, con particolare riferimento alla sicurezza dei ciclisti e all’interscambio modale tra la mobilità ciclistica, il trasporto ferroviario e il trasporto pubblico locale.
“Un passo avanti importante – sottolinea Realacci – per una mobilità nuova e sostenibile. Questa legge, di cui è stato relatore il collega Gandolfi, vuole promuovere l’uso della bici come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane, che per quelle ricreative e turistiche, e migliorare così l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana. Il provvedimento punta allo sviluppo di ciclovie e alla realizzazione di una rete nazionale di vie da percorrere in bicicletta. Favorendo progetti esemplari anche per il coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini come il Grab, il Grande raccordo anulare delle bici, previsto per Roma.”
Il testo appena approvato “è parte importante di una mobilità nuova, più dolce e sostenibile, si aggiunge alla vittoria dell’infortunio in itinere anche per chi si reca al lavoro in bicicletta riconosciuto con il Collegato Ambientale – obiettivo di civiltà per cui mi sono a lungo battuto – e indirizza le risorse stanziate nell’ultima legge di Bilancio per la mobilità ciclistica.
Va nella stessa direzione anche il testo per la mobilità dolce in discussione presso l’VIII Commissione della Camera, nato anche dall’esperienza e dalle indicazioni delle associazioni riunite nell’Alleanza per la Mobilità Dolce”.
IL COMUNICATO DEL MIT. “Oggi si celebra soprattutto un fatto culturale: lo Stato assume pienamente la pianificazione della mobilità ciclistica, insieme alle Regioni. Esattamente come il sistema autostradale o il sistema ferroviario, con questa legge la ciclabilità fa parte di una strategia di mobilità che diventa prioritaria nei centri urbani e per lo sviluppo del turismo nel nostro Paese”.
Lo ha detto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, a Montecitorio dai banchi di governo durante il voto della legge sulla ciclabilità, prima dell’approvazione all’unanimità della legge.
“Questo cambiamento culturale, oggi viene sancito in maniera molto solenne, molto seria, e spero che il mio Ministero sarà in grado, nei prossimi mesi, di andare rapidamente alla definizione del Piano della mobilità ciclistica, su cui peraltro stiamo lavorando da anni, quindi spero di poter smentire il pessimismo che alcuni colleghi hanno messo in campo”.
“Abbiamo provato a mettere in campo, come Governo, – ha continuato Delrio – per la prima volta una rete di ciclovie turistiche di oltre 6000 km con un finanziamento di oltre 424 milioni”. Risorse che sono impegnabili, ha detto il Ministro, seconda della maturazione dei progetti e il cui pieno finanziamento può essere completato. E “il Ministero ha tutte le facoltà di indirizzare i suoi dirigenti a lavorare sulla ciclabilità, anche se non c’è un ufficio specifico, è quello che abbiamo già fatto”.
“Abbiamo chiuso i protocolli di Intesa con le principali Regioni, avremo ciclovie turistiche bellissime dalla ciclovia dell’Acquedotto Pugliese alla ciclovia del Garda, alla Venezia-Torino, in gran parte progettazioni nate dal basso, dal protagonismo delle associazioni di ciclisti, degli enti locali con cui abbiamo lavorato”. Delrio ha sottolineato la rilevanza economica della ciclabilità e quella per la salute e l’aria: “Se si riesce a stimolare l’uso della bicicletta nei primi 5 km, si possono ottenere riduzione del traffico cittadino del 40%: cose che non nessuna tecnologia può fare”.
“Con i cammini, le ferrovie dismesse, le ferrovie turistiche, le ciclovie turistiche e Sistema ciclabile nazionale, lo stimolo ai Piani Urbani della Mobilità Sostenibile, c’è un quadro complessivo che viene presentato qui per dare una cornice legislativa a iniziative che erano già in campo e che rivendichiamo con forza come scelte di presente per il nostro Paese, di economia nuova e di possibilità nuove per i nostri cittadini di godere sempre di più le? nostre città?”.
“Laddove le città fanno la scelta della ciclabilità – e chi è sindaco dimostri con i fatti di credere alla ciclabilità – anche la mobilità per le persone a ridotta mobilità è più facile, perché la città diventa più amica dei cittadini, diventa più luogo di relazione e diventa più luogo vivibile”.
“Quindi oggi è un grande risultato quello che è il Parlamento ottiene – ha concluso Delrio – perché porterà notevoli benefici a tutta la nostra comunità e parlerà di un Paese che attraverso i programmi di mobilità turistica, di ferrovie dismesse, di cammini e ciclabilità si incammina su una strada differente”.