Presentato con una conferenza stampa nella sede del Comune di Venezia dall’assessore comunale all’ambiente Massimiliano De Martin e dal direttore generale di Veritas Andrea Razzini, il piano, che era stato avviato lo scorso settembre in un’area ristretta, prevede un progetto di allargamento in cinque fasi di qui al 2018, che darà modo di adattare il nuovo modello alle esigenze delle diverse aree del centro storico.
A preoccupare maggiormente sono i gabbiani reali, che rendono impossibile lasciare i sacchi di rifiuti nelle calli in attesa dell’arrivo degli spazzini. Il nuovo piano prevede che i sacchi di rifiuti non passino nemmeno un minuto per la strada. Gli spazzini suoneranno quotidianamente il campanello degli abitanti, che porgeranno i sacchetti di rifiuti, ovviamente già differenziati, direttamente dalla porta di casa.
Nei condomini basterà invece aprire il portone e lasciare che gli spazzini recuperino i sacchi, che dovranno però essere lasciati all’interno e non in calle, come avviene ora.
Il periodo di prova ha avuto ottimi risultati, tanto è vero che la percentuale di chi fa la raccolta differenziata nell’area interessata è passata dal 25% al 40%.
“Bisogna lavorare sul comportamento dei cittadini” afferma De Martinis, “ma ci hanno già dimostrato che quando gli viene data la possibilità di fare la raccolta differenziata in modo agevole si adattano velocemente”. Si deve poi tenere conto che “a Venezia ci sono 53.000 abitanti e 22 milioni di turisti ogni anno”, ricorda l’assessore, e i cittadini di tutto il Comune “devono sobbarcarsi i costi del servizio anche per i turisti”. Il nuovo servizio, la raccolta dei rifiuti costerà circa 27 centesimi di euro al giorno per ogni abitante del Comune di Venezia. Non una spesa eccessiva, sostiene Razzini, specie vista l’enorme presenza di turisti rispetto ai cittadini e viste le difficoltà logistiche del centro storico veneziano.