In Veneto, lo zelo di Upi e Anci ha consentito il monitoraggio di centinaia di opere pubbliche a rischio, come richiesto dalla circolare del Mit. Apprezzabile il risultato conseguito: 117 Comuni su 582 hanno risposto segnalando centinaia di manufatti di propria competenza su cui intervenire, per un valore totale dei lavori di 80 milioni. Dettagliata anche la relazione inviata dalle sette Province. Le opere già monitorate sono 478, con costi per i lavori di ripristino e riparazione pari a 205,9 milioni di euro. In particolare, per gli interventi catalogati come urgenti servono 64,11 milioni di euro.
«Devo dire – commenta Carlo Rapicavoli, direttore sia di Anci che di Upi, e quindi l’uomo che ha fisicamente compilato il super dossier che sarà spedito al Mit – che il lavoro fatto ha dell’incredibile, uno sforzo enorme in tempi così stretti. Il monitoraggio è stato il più capillare possibile in questi anni. La situazione in Veneto è buona – conclude Rapicavoli – e la raccolta di dati è tranquillizzante, ma ciò che emerge con forza è l’esigenza da parte delle amministrazioni di spendere i loro avanzi di bilancio. Per i Comuni parliamo di un miliardo di avanzi di amministrazione che, conti delle infrastrutture da manutenere alla mano, servirebbero tutti».
Soldi tanto più preziosi da spendere alla luce della lunga «lista della spesa» di Comuni e Province. Lo conferma il presidente di Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello: «Ci auguriamo che questi dati siano un punto di partenza per garantire sicurezza ai cittadini. Lo sblocco degli avanzi di amministrazione potrebbe essere uno strumento utile». Impossibile elencare tutti i manufatti sorvegliati speciali. Nel Veneziano se ne contano dieci, nel Bellunese 4 (la gran parte è di competenza regionale e quindi di Veneto Strade), 21 nel Padovano (e giusto lunedì scorso la Provincia patavina ha dato l’ok ai primi interventi per 500mila euro), uno solo, di competenza provinciale, nel Rodigino, ma fondamentale visto che si tratta del ponte sul fiume Po a Castelnovo. Solo due emergenze «provinciali» nel Trevigiano. Nel Vicentino nessuna emergenza con priorità 1 ma decine e decine con priorità 2, vale a dire non urgente ma «alta». Nel Veronese si contano 4 manufatti provinciali su cui l’intervento è giudicato «urgente» e sono tutti ponti con interventi che vanno dai 340 mila al milione e mezzo di euro ciascuno.
Un primo passo, dunque, è stato fatto, ma ci sono ancora 1506 manufatti di cui si ignora lo stato di salute. Il nodo, infatti, sono proprio le opere per cui, fin qui, non c’è ancora stato modo di finanziare la semplice ispezione. «La sicurezza dei cittadini va garantita prima di ogni altra cosa. – spiega Enoch Soranzo, presidente della Provincia di Padova e di Upi Veneto – La tragedia di Genova è l’emblema di quanto fondamentale sia stato l’impegno e la battaglia che come Province abbiamo portato avanti negli anni in cui si tentava di legittimarne l’importanza. Gli investimenti sulla conservazione dei ponti, delle strade, delle scuole e degli edifici pubblici vanno fatti bene e rapidamente, perché sulla la vita e l’incolumità delle persone non si scherza».