Il Consiglio internazionale del Programma Mab (Man and Biosphere) dell’Unesco ha proclamato due nuovi siti italiani riserve mondiali Unesco: la riserva “Po Grande” fra Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, e le Alpi Giulie, in Friuli Venezia Giulia. Lo rende noto il Ministero dell’Ambiente con un comunicato.
Dopo il Delta del Po, dunque, anche il tratto mediano del Grande Fiume, detto “Po Grande”, dal momento che non si è ancora diviso nei vari rami che caratterizzano il Delta, ottiene il riconoscimento di Riserva Mab Unesco.
L’area mediana del Po è stata perimetrata grazie a un’alleanza tra 85 Comuni, 3 Regioni (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) e 8 Province (Lodi, Piacenza, Cremona, Parma, Reggio Emilia, Mantova, Rovigo e Pavia), che hanno condiviso gli obiettivi del programma Mab basati sulla conservazione, lo sviluppo sostenibile e l’educazione. L’Unesco ha riconosciuto il rilievo di questo nuovo progetto di gestione integrata dell’acqua che si connette ai due già esistenti: Delta del Po e Collina Po.
Per quanto riguarda le Alpi Giulie, il comitato Unesco ha messo in luce la sua specificità: una collocazione territoriale all’incrocio di tre zone biogeografiche e aree culturali, che ha prodotto una ricchissima biodiversità, e il mantenimento di tradizioni popolari, su cui la riserva intende fondare i propri percorsi di sviluppo sostenibile, anche in una logica transfrontaliera con la confinante e omonima riserva slovena.
Le Alpi Giulie si estendono in territorio italiano e in parte in quello sloveno. Possiamo pertanto dividerle in Occidentali (le prime) e Orientali le altre. Le italiane, che rispetto alle slovene sono più ripide e inaccessibili, si innalzano nell’area posta tra il corso del fiume Fella (affluente del Tagliamento) e quello dell’Alto Isonzo. Sono caratterizzate dall’imponenza delle pareti calcareo – dolomitiche e dalla selvaggia natura del territorio sul quale sorgono.
«Si tratta – afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – di un riconoscimento molto importante per il nostro patrimonio naturalistico. Salgono così a 19 i territori italiani iscritti nelle riserve Mab dell’Unesco quali luoghi unici in cui si concilia lo sviluppo e la tutela della natura e in cui il rapporto tra uomo e ambiente è esemplare». «Crediamo fortemente nel Programma Mab dell’Unesco – prosegue il ministro – e anche per questo abbiamo lanciato, un anno fa, in tale contesto, l’iniziativa dei “caschi verdi per l’ambiente”, un “esercito” di esperti mondiali che aiuterà i patrimoni naturalistici Unesco ad attuare e implementare le politiche di sostenibilità».