Digitale è bello, utile e crea sviluppo! Questo il mantra che spopola urbi et orbi dominando scelte e interventi del Governo nazionale, dell’Unione europea, che stanzia fondi a rotta di collo, dell’intera economia globale. Ma non tutto è oro quel che luccica o, per meglio dire, ogni cosa ha il suo contrario, ciascuna azione, sebbene animata dalle migliori intenzioni, cela e produce criticità, effetti non voluti e/o non previsti. E’ il caso della fatturazione elettronica, obbligatoria dal 1° gennaio 2019, che sta incontrando perplessità e obiezioni da più parti. Una per tutte, quelle dell’Uncem. “Altro che fattura elettronica, se vogliamo sconfiggere realmente il rischio desertificazione dobbiamo puntare su un versamento unico, annuale, forfettario per imprese ed esercizi commerciali presenti nei Comuni montani ad alto grado di marginalità. Di certo un’imposta unica, a forfait, è – avverte Marco Bussone presidente Uncem – l’unico strumento per garantire sopravvivenza a una rete di commercio storica o nuova, attorno alla quale la comunità si ritrova e si riconosce. Lo spiegheremo al Ministro Tria e ai tecnici Mef”.
In altre parole, l’Uncem è preoccupata per un trend che potrebbe diventare ancor più negativo, visti ad esempio i complicati sistemi di gestione della fatturazione elettronica nei Comuni montani e dunque nelle aree dove è ancora forte il divario digitale. Dove i commercianti, i titolari di bar e negozi sono anziani e il fatturato in calo, la svolta digitale – che Uncem incoraggia da sempre, ma consapevole delle difficoltà strutturali legati alla mancanza di rete – potrebbe comportare un forte danno per i territori, causando, in un concorso negativo di situazioni, anche la chiusura degli esercizi di vendita e somministrazione. La fattura elettronica – conclude Bussone – diventa l’ennesima scure che cade sul suo percorso, già accidentato e difficoltoso. Prendiamo un piccolo Comune di 500 o 700 abitanti, dove abbiamo un solo negozio che fa le classiche pluriattività del territorio, vendita di generi alimentari, di tabacchi e giornali. Si rischia quindi di perdere un punto importante per quel Comune, un ancoraggio sociale”.